La Svanvita (Pariati), Milano, Malatesta, 1707

 SCENA II
 
 SIGIBERTO con seguito di goti e di frisoni
 
 SIGIBERTO
 
    Fortune guerriere,
 Regnero vi aspetta.
 Ragione, vendetta
635vi affretta al suo piè.
 
    Già in queste bandiere,
 con fiati innocenti,
 adorano i venti
 il nome d’un re.
 
640Al tuo piede, signor, che ben ravviso
 nel ciglio il grado, ubbidienti e fide,
 e de la Frisia e de la Gozia hai l’armi.
 Legge a queste è ’l dovere
 e stimolo di queste è Sigiberto.
 REGNERO
645Duce, il chiaro tue nome, il braccio invitto
 sono de la mia sorte
 il sostegno migliore.
 Vieni al mio seno e ti risponda il core. (Lo abbraccia)
 SVANVITA
 Ben si dee quel bel posto al tuo valore.
 SIGIBERTO
650Ricevi in queste insegne
 la fé de’ tuoi. T’inchina
 con esse il campo intero; e generoso
 a’ torti di Regnero offre il riparo. (I goti abbassano le insegne a’ piedi di Regnero in atto di riconoscerlo per loro re)
 REGNERO
 Più de l’offerta il vostro amor mi è caro.
 SVANVITA
655Che più si tarda? Impaziente omai
 chiede anche il campo il suo monarca. È d’uopo
 la presenza real, perché sia lieto,
 il publico desio, perché sia certa
 la fé de l’armi.
 REGNERO
                              A me, regina, e a’ miei
660questo piacer concedi.
 SVANVITA
 (Piacer ch’è pena mia). Va’ e tosto riedi.
 Seguitelo e qui meco
 poca parte rimanga. A te consegno,
 duce, l’amor de’ Goti (e la mia vita).
 REGNERO
665Non fia lungo l’indugio. Addio, Svanvita.
 
    Lontan da’ tuoi bei rai
 il cor sospirerà.
 
    E dove tu sarai,
 l’acceso mio desir
670su l’ali d’un sospir
 fedel ti seguirà.