La Svanvita (Pariati), Milano, Malatesta, 1707

 SCENA XIII
 
 ASMONDO e li sudetti
 
 ASMONDO
 Mio re. mio sire, io sono
 de l’ire di Svanvita
460nuncio infelice. Offesa e vendicata
 vuol che l’aspetti Olao.
 OLAO
                                            Donde quest’ire?
 ASMONDO
 Per Roderico d’Ildegonda amante,
 vilipesa e sdegnosa,
 sua nemica verrà, non più sua sposa.
 OLAO
465Tu d’Ildegonda amante?
 RODERICO
 Non niego amor sì bello e nol discolpo.
 OLAO
 E l’ami or che la Dania
 provvede a’ tuoi sponsali? È poco saggia
 questa tua brama. È giusto
470di Sigiberto il duol. Giusto è lo sdegno
 di Svanvita. A placarlo io volgo i passi.
 ASMONDO
 (Inutile lusinga).
 OLAO
 Rendi al duce il suo amor. Rendi a te stesso
 la fé di lui. Ti salvi
475dal vicino periglio
 il comando d’un zio, di un re il consiglio.
 
    Cor di re non dee cercar
 il suo ben nel bel, che piace,
 ma sperarlo in ciò che giova.
 
480   Dov’è l’util del regnar,
 ivi accende amor la face;
 e verace
 il piacer ivi si trova.