La Svanvita (Pariati), Milano, Malatesta, 1707

 SCENA VIII
 
 SVANVITA e poi SIGIBERTO
 
 SVANVITA
 Servasi al giusto. A Roderico io tolgo
 quella parte di me che ’l mio dovere
 mi avea rapita. Sigiberto.
 SIGIBERTO
                                                 Accogli,
280vergin real...
 SVANVITA
                          L’eroe maggior che stringa
 per la Gozia l’acciar.
 SIGIBERTO
                                        Non vuol più ’l fato
 ch’io serva a Roderico. Io parto offeso
 e ’l mio torto è comun anche a Svanvita.
 SVANVITA
 Troppo onoro il tuo merto
285per non esserne a parte. Io sarò teco.
 Ma tu lasci Ildegonda?
 SIGIBERTO
                                            E vuoi ch’io possa
 servir la sconoscente? Amar l’ingrata?
 SVANVITA
 Ingrata e sconoscente? Ella ch’in Dania
 mi giurasti fedele al tuo bel foco?
 SIGIBERTO
290L’abbagliò la corona
 da Roderico offerta.
 SVANVITA
 Offerta alor che splende
 per me la sacra face?
 SIGIBERTO
 Ildegonda è ’l suo ardore.
 SVANVITA
                                                 E ’l soffri in pace?
 SIGIBERTO
295Si offende in Sigiberto
 solo il suo amor; ma in te, regina, è offesa
 la tua fé, l’onor tuo, la Dania intera.
 SVANVITA
 Veggio l’offesa e l’offensor ne pera.
 Co’ duci tuoi meco t’invito a l’opra.
 SIGIBERTO
300Io contro il lor sovrano
 spinger l’armi vassalle?
 SVANVITA
                                              Odi un arcano
 che salva la tua gloria. Odi e risolvi.
 De la Gozia Regnero è ’l solo erede.
 Ei vive. Io so che hai core; io so che hai fede.
 SIGIBERTO
305Ho fede, ho cor. Regni, se vive.
 SVANVITA
                                                          Siegui
 il valoroso ardir. Meco quel prence
 sarà fra poco. A le tue schiere intanto
 porta il nome reale. Io ne le mie
 spargerò la pietà, l’onta, lo sdegno.
310A’ Goti il lor monarca oggi prometto.
 SIGIBERTO
 Ed io per lor giuro al monarca il regno.
 
    Vendetta mi grida
 il core guerrier
 e pace non v’è.
 
315   Di vincer m’affida
 la gloria, l’onore,
 l’amore, la fé.