L’amor generoso, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA V
 
 ALVILDA e SIVARDO
 
 ALVILDA
 Entri il principe. (Affetti,
 e pur mi ripetete: «Ecco il mio bene»). (Entra nella camera)
 SIVARDO
 Regina Alvilda, il cenno
485del fratello regnante,
 ma più il desio di vagheggiar quel volto,
 mi presenta a’ tuoi sguardi. Aldano io sono,
 nome forse non vil, nome che forse
 al norvego oceano e al più remoto,
490opra di mia virtù, non passa ignoto.
 ALVILDA
 (Questi è Aldano, o miei lumi?
 Questi è il danico Marte?
 Questi è l’amor? Son quelli
 gli atti, i moti, gli accenti,
495delizie della mente?
 Incanti dello sguardo?
 L’idea del mio Sivardo?
 Ah se fosse, occhi miei,
 se tal fosse Sivardo, io l’odierei).
 SIVARDO
500Anche nel tuo silenzio, (Si avanza)
 amabile ti trovo.
 La gloria hai di piacermi; ed in Aldano
 tua beltà mal negletta
 fa un’illustre vendetta.
 ALVILDA
505(Che alterigia!)
 SIVARDO
                                (È confusa).
 ALVILDA
 Principe, non m’infingo; al primo aspetto
 del german di Frilevo,
 tutta in sen mi si scosse
 l’alma sdegnosa; e in questo
510fier tumulto di affetti,
 mal poss’io... (Sivardo, preso un seggio, si asside)
 SIVARDO
                            Non ti aggravi
 seder, regina. Io vengo
 ne’ tuoi lumi a cercar la mia fortuna,
 non a render ragion del fallo altrui.
 ALVILDA
515(Né v’è beltà né gentilezza in lui). (Siede)
 SIVARDO
 Certo genio feroce,
 che dalla prima età mi spinse all’armi,
 non degnò di abbassar l’idea guerriera
 nel vil piacer di effemminati amori.
520Or mi piacque sui mari
 veleggiare a’ trionfi, ora oltre i lidi
 delle provincie, conquassate e dome,
 stender le leggi della Dania e il nome.
 ALVILDA
 (Spira fasto). Mi è noto
525che il re Sveco vincesti...
 SIVARDO
                                               E ti sia nota
 la Blechingia ritolta,
 la Sconia soggiogata...
 ALVILDA
 Lo so...
 SIVARDO .
                Saprai la sorte
 del Sassone abbattuto,
530dell’Olsato sconfitto.
 Tanto poté sol questo braccio invitto.
 ALVILDA
 (Noiosi vanti).
 SIVARDO
                              Invitto dissi! O dei!
 
    A fronte di quelle
 vivaci facelle,
535inaridiscon tutti i lauri miei.
 
 Se pur, luci amorose,
 non è maggior mia gloria
 che divenuto io sia vostra vittoria.
 ALVILDA
 (Più noi posso soffrir. Quanto è superbo!)
 SIVARDO
 
540   Rispondi. Ti è grato
 ch’io ti ami con fé?
 
    Già tutto il mio fato
 dipende da te.
 Rispondi... (Alvilda interrompendolo si leva furiosa)
 
 ALVILDA
545Sì, rispondo; abbastanza
 tacqui e dissimulai. Prence, con tanta
 confidenza di affetto
 non si denno trattar sì gravi affari.
 Vanne. Al regio ministro
550sui proposti imenei,
 esporrò risoluta i sensi miei.
 SIVARDO
 
    Ricordati, bel volto,
 che hai tolto ad un gran cor la libertà.
 
    Ei venne a te disciolto;
555ma parte in servitù.
 Né più gli val virtù
 contra la tua beltà.