L’amor generoso, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XI
 
 ALDANO e poi FRILEVO
 
 ALDANO
 Fu Girita ch’io vidi?
 Girita che parlò? S’ella è infedele,
350dov’è virtù, dove più fede in terra?
 FRILEVO
 (Opportuno è il momento).
 Germano, a te verrei, felice amante,
 con più giulivo aspetto,
 se non fosse il dolor che ho di tue pene.
 ALDANO
355Sire, egli è vero adunque
 ch’io son tradito? E che Girita...
 FRILEVO
                                                            Al lampo
 di un titolo real cadde abbagliata.
 ALDANO
 (Alma mia sventurata).
 FRILEVO
 Gran perdita al tuo amor; ma tal ne arreco
360prezzo che tua sciagura
 saria non esser misero. Ti cedo
 l’ampia Selanda e re ne sii. Le nozze
 pur ti cedo di Alvilda; e di due regni
 seco sostieni il pondo.
 ALDANO
365Senza Girita odio la vita e il mondo.
 FRILEVO
 Mio fratello, ah, ti vinca
 questo tenero nome.
 Più non turbar la mia fortuna. In pace
 lasciami un cor ch’è mio. Le nozze accetta
370di un’illustre regina; e se ripugna
 un amor ch’è fedel, benché sia offeso,
 vanne almeno ad Alvilda;
 vedine il bello.
 ALDANO
                              Eh, sire,
 vaga è Alvilda e gentil. Nella Norvegia
375la vidi e l’ammirai.
 FRILEVO
                                      Le avrà il diadema
 dati novi ornamenti.
 Vanne e la vedi ancora
 almen per obbligarmi e per gradirmi.
 ALDANO
 Giusto è il tuo voto e ricusar nol deggio.
 FRILEVO
380Sì, caro, e a me, se puoi,
 torna non più rival. Torna ripieno
 di novo ardor, per tua e mia pace, il seno.
 
    Torna amante di vago sembiante,
 per vendetta di un genio incostante
385e per pace di un’alma real.
 
    Nell’oggetto cangiando di affetto,
 a te rendi un germano diletto;
 a me togli un ingrato rival.