L’amor generoso, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VI
 
 ASMONDO e SIVARDO
 
 ASMONDO
 Sinor fummo rivali
 negli affetti di Elfreda. Ella è già mia.
150Ne ho la fede real. Tu datti pace.
 SIVARDO
 De’ regnanti è fallace,
 non men che la fortuna, anche la fede.
 ASMONDO
 Resta pur col tuo inganno. In me vien meno
 l’odio antico mortale;
155ed estremo è il mio bene,
 se già sento pietà del mio rivale. (Si parte)
 SIVARDO
 Nell’amistà di Aldano
 confidatevi, affetti. Il fatal laccio
 non anche è stretto; e Asmondo
160non anche gode alla sua sposa in braccio.
 
    Sarò più fortunato,
 se tolgo al mio rival l’amato bene.
 
    Mi renderan più grato
 l’oggetto del piacer l’aspre sue pene.