L’amor generoso, Venezia, Rossetti, 1707

 SCENA XIII
 
 FRILEVO con guardie e li suddetti
 
 FRILEVO
 Principe, a’ piè di quella
810beltà che ti è fedel, siegui a dar segni
 de la tua gratitudine; e poi vieni
 a implorar quel perdono a’ piedi miei,
 di cui, rival superbo, indegno sei.
 ALDANO
 Che perdono io ti chieda?
815Qual delitto commisi? Io seguii solo
 le tue vestigie; arte punii con arte.
 FRILEVO
 E con la forza io punirò l’inganno.
 ALDANO
 Ma ’l poter non avrai di spaventarmi.
 FRILEVO
 Né tu impune il trofeo de l’oltraggiarmi.
820Guardie, sia custodito
 ne le sue stanze.
 GIRITA
                                 (Iniquo).
 FRILEVO
                                                     Ivi fra poco
 vedrai ciò che un re possa a torto offeso.
 ALDANO
 Men degl’inganni tuoi temo i tuoi sdegni.
 FRILEVO
 A morir non andrai con tanto orgoglio.
 GIRITA
825(Ed ho cor che resiste al mio cordoglio?)
 ALDANO
 Ciò che temer sol posso
 è l’odio di Girita o ’l suo dolore.
 FRILEVO
 Saria questo tuo rischio e quel tua sorte.
 ALDANO
 Amami pur, mia bella, e morrò forte.
 
830   Care luci, amate tanto,
 nel crudele estremo addio
 chiedo amor, non chiedo pianto.
 
    Vagheggiandovi amorose,
 forte incontro il destin mio;
835ma in mirarvi lagrimose,
 di costanza io perdo il vanto.