Eumene, Venezia, Albrizzi, 1697

 SCENA XV
 
 LAODICEA, EUMENE e NESSO
 
 EUMENE
850Eccomi, Laodicea. Serbo la fede
 che ti giurai. Tuo prigionier ritorno.
 Io ti rendo il mio ferro;
 tu mi rendi i miei ceppi e schiuder fammi
 la più cieca prigion; del mio destino
855più doler non m’udrai.
 Tutto attendo.
 LAODICEA
                             (Bel labbro,
 tu richiedi catene e tu le dai).
 Eumene, ha ’l tuo ritorno
 di che stordir. Poc’anzi
860non l’attendea, m’è forza il dirlo, io stessa,
 non perché la tua fede o ’l tuo coraggio
 mi facesse temer. Credea che a cuore
 fosse più la tua vita
 a chi ti giura, a chi ti deve amore.
 EUMENE
865Prigionier non m’avresti,
 se ad un tenero amor...
 LAODICEA
                                             Sediamo, o duce.
 Tu, Nesso, ti allontana e fa’ che alcuno
 non ci sorprenda.
 NESSO
                                   Ubbidirò. Regina,
 tempo è svelar ciò che racchiudi in seno.
 LAODICEA
870Parti.
 NESSO
              (Costei, già ’l vedo,
 ha gettate le briglie e rotto il freno).