L’amor generoso, Venezia, Rossetti, 1707

 SCENA PRIMA
 
 ALVILDA ed ASMONDO
 
 ASMONDO
 Non è lontano il prence
430ed il nuncio real, cui dir tu possa
 i più liberi sensi
 del tuo nascente amor; seco è Sivardo.
 ALVILDA
 (Sivardo? O dio! Qual nome
 vien per l’udito a ritoccarti, Alvilda,
435l’interna piaga?) E qual ei fia?
 ASMONDO
                                                          (Mio labbro,
 al tuo rival cauto dà lodi). È questi
 cavalier di gran sangue, i cui maggiori
 tenner già nell’Allanda impero e scettro.
 Nulla però v’ha in lui che degno il renda
440de l’onor d’un tuo sguardo.
 ALVILDA
 (Questi non è, mio core, il tuo Sivardo).
 Vanne; qui ’l prence attendo.
 ASMONDO
 (Vi offuscate, o begli occhi, e non v’intendo).