Il Teuzzone, Venezia, Pasquali, 1744 (Teuzzone)

 SCENA ULTIMA
 
 ARGONTE e i suddetti
 
 Si disfà tutta ad un tempo la gran giumenta e n’escono più guerrieri. Esce anche Argonte co’ Tartari e tutti con ferro alla mano si avventano contra Zidiana e Sivenio.
 
 ARGONTE
 
    Vendetta, vendetta.
 
 SIVENIO
 (Che farò? Son perduto). (Fugge)
 EGARO
                                                 (Io fuggo il rischio). (Egaro lo segue)
 ZIDIANA
 Oimè!
 ARGONTE
                Regni Teuzzon, mora Zidiana.
 TEUZZONE
1410Fermati, Argonte; ira si affreni. A voi
 basti, o fidi, ch’io viva; e non mi serva
 il cadavere altrui di grado al trono.
 Faccia le mie vendette il mio perdono.
 ZIDIANA
 Pietà non meritata!
 ZELINDA
                                       Anima eccelsa. (Egaro ritorna)
 TEUZZONE
1415Sivenio sol prigion si arresti. Il cieco
 furor, che il guida, in lui temer conviene.
 EGARO
 Più non si tema. Or ora, ed io lo vidi,
 più disperato che pentito, il ferro
 nel sen s’immerse e ritrovò a sé stesso
1420un carnefice degno.
 ARGONTE
 E la sua morte è sicurezza al regno.
 TEUZZONE
 È sì subita e tanta
 la mia felicità ch’ella mi opprime.
 Ma tu ne sei prima e gran parte, o sposa.
 ZELINDA
1425Dolce mio ben.
 TEUZZONE
                               Quanto ti deggio, o Cino!
 CINO
 Se de’ miei falli, o sire,
 l’idea cancelli, io tutta
 ne ho da te la mercede.
 TEUZZONE
 Maggior premio ne avrai dalla tua fede.
 CORO
 
1430   Fermezza ha l’altezza,
 cui base è virtù.
 
    Ma s’ella si fonda
 su trono d’inganno,
 di un’arida fronda
1435è labile più.
 
 Il fine del «Teuzzone»