Il Teuzzone, Venezia, Pasquali, 1744 (Teuzzone)

 SCENA V
 
 CINO e SIVENIO
 
 CINO
1160(Il colpo mi stordì).
 SIVENIO
                                       (Fingasi). Amico,
 all’arbitrio real mi accheto e applaudo.
 Mio compagno ti accetto.
 (Ma chi seppe disfarsi
 di un legittimo re, saprà anche meglio
1165un ingiusto rival toglier di vita). (Si parte)
 CINO
 O speranze deluse! O fé schernita!
 Ecco, Cino. ecco il frutto
 delle tue colpe. È tempo ancor. Risorgi,
 abbattuta virtù, né più s’indugi.
1170Teuzzon non anche è morto. Ho forze, ho prove
 per deluder la frode.
 Chi per tempo si pente
 e ripara l’error, torna innocente.
 
    Esci di servitù,
1175misera mia virtù,
 torna in te stessa.
 
    Soggetti a te gli affetti,
 gonfi non vadan più
 di averti oppressa.
 
 Prigione.