Il Teuzzone, Venezia, Pasquali, 1744 (Teuzzone)

 SCENA XI
 
 TEUZZONE ed EGARO con guardie e li suddetti
 
 TEUZZONE
 
770   Tempo è già di armarti, o core,
 di costanza e di valore.
 
 SIVENIO
 Teuzzon, rendasi questo
 onore al tuo natal. Siediti.
 TEUZZONE
                                                  Iniquo,
 non pensar che comando
775ti dia sovra di me la mia sciagura.
 Sono il tuo re; tal mi rispetta; e siedo.
 EGARO
 Generosa virtù!
 SIVENIO
                                Tal siedi e parli,
 perché ti è ignoto ancor che reo ten vieni
 al tuo giudice innanzi.
 TEUZZONE
780Voi miei giudici? Voi? Due bassi e vili
 vapori della terra osan cotanto?
 Da’ miei stessi vassalli
 giudicato io sarò? Qual legge umana,
 qual divina il permette?
785Altro giudice un re non ha che il cielo.
 CINO
 Chi dare il può questo poter ci diede.
 Zidiana...
 TEUZZONE
                     È usurpatrice.
 SIVENIO
                                                 È tua regina
 e al suo voler t’inchina.
 TEUZZONE
 Perfido! Che il mio core
790giustifichi per tema un tradimento?
 CINO
 Rimprovero crudele, al cor ti sento.
 SIVENIO
 Contender seco è un avvilire il grado.
 Tuo ufficio, Egaro, sia
 segnar le accuse, le difese e gli atti
795del giudizio sovran.
 EGARO
                                       Mi accingo all’opra.
 TEUZZONE
 Empio giudizio insano!
 SIVENIO
 Teuzzon, per te del regno
 sono infrante le leggi. A’ voti estremi
 del genitor disubbidisti. Il sacro
800giuramento a sprezzar cieca ti mosse
 avidità d’impero.
 Ribel l’armi impugnasti e i nostri acciari
 fuman per te di civil sangue ancora.
 Gravi son le tue colpe.
805Tu ne reca, se n’hai, le tue discolpe.
 TEUZZONE
 Dell’opre mie non deggio
 render ragione a tribunal sì iniquo.
 CINO
 Tua nova colpa è questo
 silenzio contumace.
 SIVENIO
810E mancan le difese a reo che tace.
 CINO
 O rispondi o ne attendi
 il giusto irrevocabile decreto.
 TEUZZONE
 Ma decreto sì indegno
 che orror faccia alla terra, infamia al regno.
 EGARO
815(Se nol salva l’amor...)
 SIVENIO
                                           Scrivasi, Egaro,
 la fatale sentenza.
 CINO
 (Giudicata così muor l’innocenza).
 TEUZZONE
 Duci, soldati, popoli, a voi parlo;
 a voi mi appello della legge iniqua,
820spurio aborto d’inganno e di livore.
 Tutte sa le mie colpe
 chi le condanna. Io taccio,
 giudice lui, né il suo giudizio approvo,
 se scolparmi ricuso.
825Voi, che del vuoto soglio
 l’anima siete e di chi l’empie il braccio,
 siate il giudice mio. Ragion vi rendo
 di mia innocenza e poi giustizia attendo.
 SIVENIO
 Tu segna ancor l’alto decreto.
 CINO
                                                       O numi!
 TEUZZONE
830Se in me d’ira civil...
 SIVENIO
                                         Tacciasi. A reo
 convinto e condannato
 più non lice produr vane discolpe.
 TEUZZONE
 Suddito infame.
 SIVENIO
                                 Egaro,
 si riconduca alla prigion primiera.
835Poco là dureran le tue ritorte,
 che a disciorle verrà, verrà la morte.
 TEUZZONE
 
    Morirò ma la sentenza
 soffrirò senza viltà.
 
    Chi sa poi che non diventi
840la condanna dell’innocenza
 un supplicio dell’empietà?