Il Teuzzone, Venezia, Pasquali, 1744 (Teuzzone)

 SCENA III
 
 ZELINDA ed ARGONTE
 
 ZELINDA
615Parte il mio sposo, Argonte.
 Io più nol rivedrò.
 ARGONTE
                                    Ne’ dubbi casi
 sempre affligge il timore e spesso inganna.
 ZELINDA
 Oimè! Già d’ogn’intorno
 mi si affollano orrori. Udir già parmi
620il fiero suon dell’armi.
 Miro l’ire, le stragi e miro, o dio!...
 ARGONTE
 Vincerà. Datti pace...
 ZELINDA
 Tutto piaghe languir l’idolo mio.
 ARGONTE
 Troppo facil disperi...
 ZELINDA
 
625   Vanne, segui il caro bene
 e ritorna
 nuncio a me della sua sorte.
 
    Fra il timore e fra la spene
 da te attendo o vita o morte. (Si parte)
 
 ARGONTE
630Con amor sì pudico e sì fedele,
 giusto ciel, come sei tento crudele?
 
    Fido amante
 non disperi del suo bene,
 se costante
635è in soffrir l’iniqua sorte.
 
    Fa spavento alle sue pene
 il mirarlo
 e il provarlo
 così fido e così forte.