Il Teuzzone, Venezia, Pasquali, 1744 (Teuzzone)

 SCENA XI
 
 Salone imperiale con trono e sedili minori all’intorno.
 
 ZIDIANA, TEUZZONE, CINO, SIVENIO, EGARO, popoli e soldati
 
 CORO
 
    O vita, o mente
 del ciel, del mondo,
 nume possente,
335nume immortal,
 
 CINO
 
    il saggio erede,
 l’invitto re
 con pura fede
 chiediamo a te.
 
 ZIDIANA
 
340   A te che or empi
 di lume ignoto
 il nostro vuoto
 seggio real.
 
 SIVENIO
 Pria che del morto re l’alto si spieghi
345voler sul novo erede,
 serbar le prische leggi ognun qui giuri.
 ZIDIANA
 
    Alma bella che vedi il mio core,
 sarà eterna la fé che prometto.
 
 TEUZZONE
 
    Anche estinto, re e padre diletto,
350mi avrai figlio di ossequio e di amore.
 
 SIVENIO
 
    Col mio labbro giura il campo...
 
 CINO
 
 Giura Cino e giura il regno.
 
 CORO
 
    Chi ci elegge in re la legge,
 sarà il giusto e sarà il degno. (Tutti vanno a sedere a’ lor posti)
 
 CINO
355Questo, o principi, o duci,
 chiuso dal regio impronto,
 è del morto Troncon l’alto decreto.
 Già l’apro e il leggo; udite. (Legge)
 «Noi della Cina imperador, Troncone,
360vogliamo, e serva di destin la legge,
 che dopo noi sovra il cinese impero
 passi la nostra autorità sovrana
 in chi n’ha la virtù. Regni Zidiana».
 TEUZZONE
 Zidiana?
 CINO
                    A chiare note
365leggi: «Troncone». Ei stesso scrisse.
 TEUZZONE
                                                                   Il padre?...
 Regni Zidiana?
 SIVENIO
                               Ed a Zidiana, o prence,
 è supremo voler ch’io porga il sacro
 riverito sigillo.
 Ubbidisco, o regina, e adoro il cenno.
 ZIDIANA
370(Sono in porto i tuoi voti, alma giuliva).
 EGARO
 Viva Zidiana.
 CORO
                            Viva. (Al suono di più strumenti Zidiana ascende sul trono)
 ZIDIANA
 Cinesi e voi, che siete
 della nostra corona
 scudo insieme e splendor, principi e duci,
375su questo soglio, ov’io mi assido e regno,
 regnò un tempo e si assise anche Lieva,
 donna di spirti eccelsi e d’alma invitta.
 Anche in femmina han sede
 le virtù più virili; e i re temuti
380non fa il sesso ma il core.
 Norma delle mie leggi
 sarà il pubblico bene. A’ vostri sonni
 veglieran le mie cure.
 Pia, giusta e tale insomma
385che non abbia a pentirsi
 del suo amor, di sua scelta il re mio sposo,
 cercherò sol nel vostro il mio riposo.
 EGARO
 Magnanimi pensieri.
 CINO
                                          Io primo in grado
 gli altri precedo. O voi
390gran ministri del regno,
 meco giurate e vassallaggio e fede.
 EGARO
 Sieguo l’invito e l’umil bacio imprimo.
 SIVENIO
 Dell’armi io primo duce
 rendo a’ minori esempio
395e in bacio riverente il giusto adempio.
 CINO
 Principe, e che più badi? (A Teuzzone)
 Suddito della legge
 tu pur nascesti. A giurar vieni e vieni...
 TEUZZONE
 
    Io vassallo? Io giurar fede? (Si leva con impeto)
400Io nato erede,
 macchiare il grado
 di tal viltà?
 
    Cadrò ben vittima,
 non mai trionfo
405dell’impietà.
 
 Cinesi, i numi invoco,
 di quel trono usurpato almi custodi,
 che voi siete ingannati ed io tradito.
 In che errai? Quando offesi
410la chiarezza del sangue?
 L’amor paterno? E le speranze vostre?
 Ah! Che solo mi esclude
 l’altrui perfidia. E ch’io lo soffra? E voi
 lo soffrirete? Il cielo,
415protettor di ragione e d’innocenza,
 meco sarà. Meco sarà virtude,
 meco ardir, meco fé.
 Chi del giusto è amator, segua il suo re.