Il Teuzzone, Venezia, Pasquali, 1744 (Teuzzone)

 SCENA V
 
 SIVENIO e CINO
 
 SIVENIO
 Signor, te appunto io qui attendea.
 CINO
                                                                  Gran duce.
 SIVENIO
145Poss’io scoprirmi alla tua fede?
 CINO
                                                           Impegno
 nel segreto il mio onor. Parla; io ti ascolto.
 SIVENIO
 Del re l’infausta morte
 è periglio comun. Molti e molt’anni
 noi regnammo con lui. Teuzzon, suo figlio,
150ci riguardò come nimici e in noi
 a gran colpa imputò l’amor del padre.
 CINO
 È vero; ma impotente è l’odio nostro.
 Già lo porta sul trono
 la nascita e la sorte. E a noi fia d’uopo
155sentir la piaga e rispettarne il ferro.
 SIVENIO
 Che rispetto? Che d’uopo?
 Segui i miei voti e preveniamo i mali.
 CINO
 N’addita il modo.
 SIVENIO
                                   Allorch’è vuoto il soglio,
 sai che non basta al più vicino erede
160il titolo del sangue.
 Vuol la legge e vuol l’uso
 che lo confermi, in chiare note espresso,
 il real testamento e che deporsi
 deggia in sua mano il regio impronto. Or d’ambi
165dispor possiamo e tor con arte il regno
 a chi per noi tutto è livore e sdegno.
 CINO
 Ma come il foglio aprir? Come il reale
 carattere mentirne?
 SIVENIO
 Consenti all’opra e ne assicuro i mezzi.
 CINO
170Difficile è l’impegno e più l’evento.
 SIVENIO
 Tal non parrà, quando saprai l’arcano.
 CINO
 Dunque il confida.
 SIVENIO
                                     È forza
 che preceda il tuo assenso.
 CINO
                                                   O dio!
 SIVENIO
                                                                 Che temi?
 CINO
 Il rimorso del fallo.
 SIVENIO
175Error che giova è necessario errore.
 CINO
 Ma in chi cadranno i nostri voti?
 SIVENIO
                                                              In quella
 che del tuo amor fu meta.
 CINO
 Nella regina?
 SIVENIO
                            Appunto.
 Poi farò sì che del favore eccelso
180ella il premio ti renda in farti sposo.
 CINO
 Quale assalto, o mio cor?
 SIVENIO
                                                Pensa; trionfa
 di un inutil timore;
 e soddisfa egualmente
 nel tuo illustre destin l’odio e l’amore.
 
185   Puoi dar leggi dal soglio dorato;
 puoi dar baci  a vezzosa beltà.
 
    Nega e toglie l’amore ed il fato
 i suoi beni a chi ardire non ha.