Eumene, Venezia, Albrizzi, 1697

 SCENA VII
 
 ARTEMISIA ed EUMENE
 
 ARTEMISIA
 Fermati, Eumene; e non temer ch’io venga,
 per ammollirti il cuore,
 con inutile sfogo
615a far pompa crudel del mio dolore.
 So a qual segno ti pregi
 d’un’austera virtù. So che non ponno,
 da queste labbra e da quest’occhi uscendo,
 farti pietà le lagrime e i sospiri.
620Ad applauder io stessa
 vengo al nobil disegno e ad affrettarlo.
 EUMENE
 Che, regina?...
 ARTEMISIA
                              Va’ pure
 ove ti chiama il tuo gran cuor. Tu brami
 morir per me. Vanne a morir. Tu ’l dei
625far per tua gloria. I tuoi gran fini intendo.
 Vanne; ma pria tu ancora intendi i miei.
 EUMENE
 Che pensi far? (Quanto è dolente, o dei!)
 ARTEMISIA
 Per la mia vita, Eumene,
 hai coraggio a morir; ma cuore ho anch’io
630di morir per la tua.
 EUMENE
                                      Come?
 ARTEMISIA
                                                      Il mio sangue
 verrà a spezzar le tue catene. Io stessa
 me, vittima d’amore,
 offrirò a Laodicea per conservarti.
 EUMENE
 Deh, qual sentier?...
 ARTEMISIA
                                        L’ho scielto
635degno di me. Già m’intendesti. Or parti.
 EUMENE
 Di qual’armi ti servi ed in qual punto,
 regina, a’ danni miei? Tu andar captiva?
 Tu morir per salvarmi?
 ARTEMISIA
 Va’ pur; tutto oserò, purché tu viva.
 EUMENE
640Generosa Artemisia, a’ tuoi spaventi
 da’ pace e ti consola;
 torno a’ miei ceppi, è ver; ma per me temi
 un periglio ch’è incerto.
 Laodicea me non odia. Ella per anco
645cinta da’ miei, quando pur sete avesse
 del sangue mio, come oserà versarlo?
 Mi serberà per conservarsi. Lascia,
 mia regina, ch’io torni a le catene,
 ch’io conservi la fede
650e che almen viva in te, morto in Eumene.
 ARTEMISIA
 Va’, abbandonami, ingrato,
 fedele a’ tuoi nemici, a me infedele;
 perché mai la tua fede
 serbi a lor più che a me? Perché, o crudele?
 
655   Se avevi a lasciarmi,
 perché giurarmi amor?
 Ingannator, perché?
 
    Così geloso, o sposo,
 sei di serbar la fede?
660E non la serbi a me?
 
 EUMENE
 Cara, non lacrimar; sento che tutto,
 a fronte de’ tuoi pianti,
 vacilla il mio coraggio... In tal periglio,
 meglio è ch’io parta... O cieli!
665Qual nuovo assalto? Ed in qual tempo?... Ah figlio!