Il Teuzzone, Milano, Malatesta, 1706

 SCENA ULTIMA
 
 Si disfà tutta ad un tempo la gran giumenta e n’escono guerrieri. Esce Argonte, seguito da’ suoi Tartari, e unitisi co’ guerrieri sudetti, tutti con ferro alla mano s’avventano contra Zidiana e Sivenio.
 
 ARGONTE
 
    Vendetta, vendetta. (Di dentro)
 
 SIVENIO
1685(Che farò? Son perduto). (Fugge ed Egaro lo seguita)
 EGARO
                                                 (Io fuggo il rischio).
 ZIDIANA
 Aimè!
 ARGONTE
               Regni Teuzzon, mora Zidiana. (Si avventa contro Zidiana)
 TEUZZONE
 Fermati, Argonte; ira si affreni. A voi
 basti, o fidi, ch’io viva; e non mi serva
 il cadavere altrui di grado al trono.
1690Faccia le mie vendette il mio perdono.
 ZIDIANA
 Pietà non meritata.
 ZELINDA
                                      Anima eccelsa.
 TEUZZONE
 Sivenio sol prigion si arresti. Il cieco
 furor, che il guida, in lui temer conviene.
 EGARO
 Più non si tema. Or ora, ed io lo vidi, (Egaro ritorna)
1695più disperato che pentito, il ferro
 nel sen s’immerse e ritrovò a sé stesso
 un carnefice degno.
 ARGONTE
 E la sua morte è sicurezza al regno.
 TEUZZONE
 È sì subita e tanta
1700la mia felicità ch’ella mi opprime;
 ma tu ne sei prima e gran parte, o sposa.
 ZELINDA
 Dolce mio ben.
 TEUZZONE
                               Quanto ti deggio, o Cino!
 CINO
 Se de’ miei falli, o sire,
 l’idea cancelli, io tutta
1705ne ho da te la mercede.
 TEUZZONE
 Maggior premio si renda a la tua fede.
 A te piaccia, o Zidiana,
 gradirne il nodo, onde ti unisco a lui.
 ZIDIANA
 Saran sempre mia legge i cenni tui.
 CORO
 
1710   Fermezza ha l’altezza
 cui base è virtù.
 
    Ma s’ella si fonda
 su trono d’inganno,
 di un’arida fronda
1715è labile più.
 
 Fine del drama