Il Teuzzone, Milano, Malatesta, 1706

 SCENA XVIII
 
 ZIDIANA, EGARO, poi TEUZZONE e ZELINDA nascosta
 
 ZIDIANA
1090Due seggi qui.
 EGARO
                              Regina. Eccoti ’l prence.
 ZIDIANA
 Seco mi lascia; e ad ogni passo intanto
 si divieti l’ingresso... O dei! Ti arresta.
 Egaro, ahi! qual rossore?
 EGARO
 O d’amar lascia o ardisci.
 
1095   Che a chi perde un felice momento
 non resta del piacer che il pentimento.
 
 ZIDIANA
 S’ami dunque e s’ardisca.
 TEUZZONE
                                                  E fino a quando
 saran le mie sciagure
 spettacolo e trionfo a’ miei nemici?
 ZIDIANA
1100Io tua nemica? Fammi
 più di giustizia. A tuo sollievo io stendo
 la stessa man da cui ti credi oppresso.
 TEUZZONE
 Né mi lascia temer salda costanza
 né mi lascia sperar rigida stella.
 ZIDIANA
1105E pur, se nol ricusi,
 al tuo, ch’ora è mio trono, il ciel ti chiama.
 TEUZZONE
 Per qual sentier?
 ZIDIANA
                                  Non ti sia grave, o prence,
 meco seder.
 TEUZZONE
                         (Che sarà mai?) (Sedono)
 ZIDIANA
                                                         (Ma donde
 moverò i primi assalti?
1110Tenterò i primi colpi?
 Parlar deve a quell’alma
 la regina o l’amante?
 La lusinga o ’l terror?)
 TEUZZONE
                                           Tuoi detti attendo.
 ZIDIANA
 Senza colpa del labbro
1115vorrei, Teuzzon, vorrei
 che intender tu potessi
 il linguaggio del cor negl’occhi miei.
 TEUZZONE
 (Oscuro favellar!)
 ZIDIANA
                                   Mira più attento
 de’ lumi il turbamento
1120e intenderai che d’amor peno e moro.
 TEUZZONE
 E che il morto tuo sposo è tuo martoro.
 ZIDIANA
 Morto il mio sposo? Ah no, ch’egli in te vive
 e lo vedo e gli parlo e ancor l’adoro.
 Sì, ancor l’adoro ma più bel, ma degno
1125più degli affetti miei,
 giovane, amabil, fiero e qual tu sei.
 TEUZZONE
 Stelle! Numi! Che ascolto? Ah! Ti scordasti
 che a me fu genitor chi a te fu sposo?
 ZIDIANA
 E amando in te ciò che di lui ci resta
1130in che, dimmi, l’offendo? È tanto eccesso
 che sia amante del figlio
 chi del padre fu sposa e non mai moglie?
 Caro amor mio...
 TEUZZONE
                                  Zidiana,
 usa altri sensi o a la prigion men riedo.
 ZIDIANA
1135Sì, altri sensi userò ma quegli, ingrato,
 che mi detta il dolor d’un tuo disprezzo.
 Su, conosci, o crudel, dopo il mio amore,
 tutt’anche il mio furore.
 Regina e vincitrice,
1140ho ragione, ho poter su la tua vita.
 Vanne, misero, e leggi,
 leggi quel foglio e vedi
 qual mano irriti e qual amor disprezzi.
 TEUZZONE
 (L’alma i suoi mali a tollerar si avvezzi). (Si leva e va al tavolino dove legge la sentenza sottovoce. Zelinda si lascia vedere su l’uscio del gabinetto)
 ZIDIANA
1145(Or mi sovvien, Zelinda è che mi rende
 difficile trofeo quel cor che bramo;
 ma di colei trionferà in quel core
 ira e vendetta, ove non possa amore).
 TEUZZONE
 Lessi. Si vuol mia morte... (Ah! Qui Zelinda!) (Teuzzone torna a sedere ed alzando gli occhi vede Zelinda)
 ZIDIANA
1150E solo manca il mio
 nome a compir la capital sentenza.
 Di’, vuoi soglio o feretro?
 Mi vuoi giudice o sposa? (Osservando Zelinda)
 Sciegli e pieghi il tuo fato
1155là dove pieghi il tuo voler. Risolvi.
 Qui te stesso condanna o qui ti assolvi.
 TEUZZONE
 Amabili sembianze (Astratto verso Zelinda, senza badare a ciò che gli dice Zidiana)
 de l’idol mio...
 ZIDIANA
                             Cari soavi accenti,
 conforto di quest’alma,
1160uscite pur di quel bel labbro e in seno
 di amorosa speranza...
 Sei pur ritroso, o dio! Perché rubella
 al tuo labbro la man?
 TEUZZONE
                                         Che disse il labbro,
 onde speri il tuo affetto?
 ZIDIANA
1165Amabile ti sembro,
 idolo tuo mi appelli
 e non è questo un dir ch’io speri, o caro?
 TEUZZONE
 Eh! Ch’io gli accenti alora a te volgea,
 a te, cor di quest’alma, o mia Zelinda.
 ZIDIANA
1170E parli a chi non t’ode? (Zelinda li fa cenno che taccia)
 TEUZZONE
                                              Io l’ho presente. (Rimira per la scena e Zelinda si ritira)
 ZIDIANA
 Dove?
 TEUZZONE
                La bella idea mi sta nel core.
 (L’idolo mio quasi tradisti, o amore).
 ZIDIANA
 Quest’idea si cancelli.
 TEUZZONE
 Non giunge a tanto il tuo poter.
 ZIDIANA
                                                           Lo faccia,
1175se nol puote il mio amor, il tuo periglio.
 TEUZZONE
 Mai per viltade io non sarò spergiuro.
 ZIDIANA
 Ne sarà prezzo il trono mio...
 TEUZZONE
                                                       Lo abborro.
 ZIDIANA
 Il viver tuo...
 TEUZZONE
                           Più la mia fé mi è cara.
 ZIDIANA
 La tua innocenza...
 TEUZZONE
                                     Al cielo
1180ne appartien la difesa.
 ZIDIANA
 Meglio ancor pensa. Ancora
 questo momento alla pietà si doni.
 Fa’ tu la tua sentenza; o morte o soglio.
 TEUZZONE
 Torno a’ miei ceppi e tu soscrivi il foglio.
 
1185   Né la tua sorte
 mi fa lusinga;
 né la mia morte
 mi fa terror.
 
    La mia costanza
1190sarà più forte
 d’ogni speranza,
 d’ogni timor.