Il Teuzzone, Milano, Malatesta, 1706

 SCENA X
 
 ZIDIANA, SIVENIO e CINO
 
 SIVENIO
 
    Non più teme, non più orrori,
875godi, esulta, abbiam poi vinto.
 
 CINO
 
    Pria di ferro e poi di allori
 sì bel giorno il crin ti ha cinto.
 
 ZIDIANA
 Mercé al vostro valor, che su la fronte
 mi fermò la corona, oggi a la mia
880felicità nulla più manca, o duci.
 SIVENIO
 Mancavi ancor la miglior gemma. E questa,
 questa sarà...
 CINO
                           Che?
 SIVENIO
                                       Di Teuzzon la testa.
 ZIDIANA
 La testa sua?
 SIVENIO
                           Tu impallidisci? E temi?
 ZIDIANA
 Fregio de la vittoria è la clemenza.
 SIVENIO
885Clemenza intempestiva
 toglier ci può de la vittoria il frutto.
 ZIDIANA
 Lui prigionier, temer si dee?
 SIVENIO
                                                       Si dee
 la sua vita temer, la sua sciagura.
 CINO
 Vi assento anch’io; ma si maturi il colpo.
 SIVENIO
890Nuoce a l’opra talor lungo consiglio
 ed il lento riguardo è un gran periglio.
 ZIDIANA
 Orsù, mi rendo. Mora,
 mora Teuzzon; ma giusta sembri al regno
 la man che lo condanna.
895Le sue colpe a l’esame
 pongansi omai; legge le pesi; e dia
 la sentenza fatal ragion, non odio.
 Giudici voi ne siate; e ’l gran decreto
 poi la destra real segni e soscriva.
 SIVENIO
900Sì, giudicato ei mora.
 ZIDIANA
                                          (E amato ei viva).
 CINO
 Ma del mio amor, regina...
 ZIDIANA
 Serba la fede e spera.
 
    Soffri costante,
 che tempo ancora
905non è d’amare
 né di gioir.
 
    Fede verace
 spera ma tace.
 E vero amante
910sa ben soffrir.