Il Teuzzone, Milano, Malatesta, 1706

 SCENA VI
 
 ZELINDA e ZIDIANA
 
 ZELINDA
 Regina...
 ZIDIANA
                    Ed a l’ingrato
795piace più del mio scettro e del mio core
 il cimento e l’orrore?
 ZELINDA
 (Che le dirò?)
 ZIDIANA
                             Libera parla; esponi,
 com’ei ti ricevé? Che fe’? Che disse?
 Non tacer ciò che serva ad irritarmi.
 ZELINDA
800Teuzzon...
 ZIDIANA
                      Vuol armi ed ire, a l’ire, a l’armi.
 ZELINDA
 Non ascolta ragion sdegno ch’è cieco;
 il tuo sia da regina. Odimi e poi
 serba l’ire, se puoi.
 ZIDIANA
                                      Tuoi detti attendo.
 ZELINDA
 (Giovi il mentir). Per tuo comando in traccia
805fui di Teuzzon; ma giunsi
 ch’era accesa la mischia e ’l vidi, ahi! tinto
 non so se del suo sangue o de l’altrui.
 ZIDIANA
 Né gl’esponesti alora?...
 ZELINDA
 Come potea vergine imbelle aprirsi
810fra le stragi il sentier? Parlar d’amore
 ove Marte fremea? Misero prence!
 Cinto il lasciai da cento ferri e cento,
 oggetto di pietade e di spavento.