Il Teuzzone, Milano, Malatesta, 1706

 SCENA III
 
 ZELINDA, ARGONTE
 
 ZELINDA
 Parte il mio sposo, Argonte.
 Io più nol rivedrò.
 ARGONTE
                                    Ne’ dubbi casi
 sempre affligge il timore e spesso inganna.
 ZELINDA
750Aimè! Già d’ogni intorno
 mi si affollano orrori. Udir già parmi
 il fiero suon de l’armi,
 miro l’ire, le stragi e miro, o dio!...
 ARGONTE
 Vincerà; datti pace...
 ZELINDA
755Tutto piaghe languir l’idolo mio.
 ARGONTE
 Troppo facil disperi...
 ZELINDA
                                          Argonte, il siegui.
 Vedi qual n’è ’l destin. Te ne la reggia
 col fido avviso attenderò; e se vieni
 nuncio a me di sua morte,
760anch’io morrò...
 ARGONTE
                                Ma intanto
 fa’ cor con la speranza e asciuga il pianto.
 ZELINDA
 
    Sì, diventi la speranza
 de la tema e de l’affanno,
 se non meta, almen ristoro.
 
765   Prenda il cor nuova baldanza
 e ormai rechi un dolce inganno
 breve pace al mio martoro.