Il Teuzzone, Milano, Malatesta, 1706

 SCENA XVII
 
 ZELINDA, ARGONTE
 
 ZELINDA
 Argonte, io non m’inganno. Una rivale
620scuopro in Zidiana.
 ARGONTE
                                      E l’amor suo ti giova.
 ZELINDA
 Non mai con pace una rival si trova.
 Al mio signor si occulti
 una fiamma che il veste
 di regal luce.
 ARGONTE
                           La sua fede offendi
625col dubitarne.
 ZELINDA
                             Io non sarei sì amante,
 se men fossi gelosa.
 ARGONTE
 Ma Zidiana è matrigna e tu sei sposa.
 ZELINDA
 Spesso de la ragion l’util trionfa;
 né van sempre concordi
630innocenza ed amore. In traccia andiamo
 del mio Teuzzon. L’incominciata frode,
 che a lui serbò la vita,
 saprà renderle forse anche il suo regno.
 ARGONTE
 Lieto sia, com’è giusto, il tuo disegno.
 ZELINDA
 
635   Non si serva con mia pena
 a l’amor de la rival.
 
    Vaga fronte, ch’ostro cinga,
 può dar crollo e far lusinga
 ad un’alma più leal.