Il Teuzzone, Milano, Malatesta, 1706

 SCENA XIII
 
 ZIDIANA, TEUZZONE, CINO, SIVENIO, EGARO, popoli, soldati
 
 CINO
 Al gran nume d’Amida,
435senza il cui braccio ogni possanza è frale,
 senza il cui voto ogni consiglio è vano,
 arbitro degl’imperi,
 del ciel regolatore e de la sorte,
 chiedasi un re saggio dal pari e forte.
 
 CORO
 
440   O vita, o mente
 del ciel, del mondo,
 nume possente,
 nume immortal,
 
    il saggio erede,
445l’invitto re
 con pura fede
 chiediamo a te,
 
    a te che or empi
 di lume ignoto
450il nostro vuoto
 seggio real.
 
 SIVENIO
 Pria che del morto re l’alto si spieghi
 voler sul nuovo erede,
 serbar le prische leggi ognun qui giuri.
 ZIDIANA
 
455   Alma bella che vedi il mio core,
 sarà eterna la fé che prometto.
 
 TEUZZONE
 
    Anch’estinto, re e padre diletto,
 mi avrai figlio di ossequio e di amore.
 
 SIVENIO
 
    Col mio labbro giura il campo...
 
 CINO
 
460Giura Cino e giura il regno.
 
 EGARO, TUTTI
 
    Chi ci elegge in re la legge,
 sarà il giusto e sarà il degno. (Tutti vanno a sedere a’ lor posti ed il trono rimane vacuo)
 
 CINO
 Questo, o principi, o duci, (Si leva in piedi ed ha in mano il testamento reale)
 chiuso dal regio impronto
465è del morto Troncon l’alto decreto.
 Già l’apro e ’l leggo; udite. (Legge)
 «Noi de la Cina imperador Troncone
 vogliamo, e serva di destin la legge,
 che dopo noi sovra il cinese impero
470passi la nostra autorità sovrana
 in chi n’ha la virtù. Regni Zidiana».
 TEUZZONE
 Zidiana?
 CINO
                    A chiare note
 leggi: «Troncone». Ei stesso scrisse.
 TEUZZONE
                                                                   Il padre?...
 Regni Zidiana?
 SIVENIO
                               Ed a Zidiana, o prence,
475è supremo voler ch’io porga il sacro
 riverito sigillo.
 Ubbidisco, o regina, e adoro il cenno.
 ZIDIANA
 (Sono in porto i tuoi voti, alma giuliva).
 EGARO
 Viva Zidiana.
 TUTTI
                            Viva. (Al suono di trombe Zidiana ascende sul trono)
 ZIDIANA
480Cinesi e voi che siete
 de la nostra corona
 scudo insieme e splendor, principi e duci,
 su questo soglio, ov’io mi assido e regno,
 regnò un tempo e si assise anche Lieva,
485donna di spirti eccelsi e d’alma invitta.
 Anche in femmina han sede
 le virtù più virili; e i re temuti
 non fa ’l sesso ma ’l core.
 Norma de le mie leggi
490sarà ’l pubblico bene. A’ vostri sonni
 veglieran le mie cure.
 Pia, giusta e tale insomma
 che non abbia a pentirsi
 del suo amor, di sua scelta il re mio sposo,
495cercherò sol nel vostro il mio riposo.
 EGARO
 Magnanimi pensieri.
 CINO
                                          Io primo in grado
 gl’altri precedo. O voi
 gran ministri del regno,
 meco giurate e vassallaggio e fede .
 EGARO
500Sieguo l’invito e l’umil bacio imprimo.
 SIVENIO
 De l’armi io primo duce
 rendo a’ minori esempio
 e in bacio riverente il giusto adempio.
 CINO
 Principe, e che più badi? (A Teuzzone)
505Suddito de la legge
 tu pur nascesti. A giurar vieni e vieni...
 TEUZZONE
 
    Io vassallo? Io giurar fede? (Levandosi con impeto)
 Io nato erede,
 macchiare il grado
510di tal viltà?
 
    Cadrò ben vittima,
 non mai trionfo
 de l’empietà.
 
 Cinesi, i numi invoco,
515di quel trono usurpato almi custodi,
 che voi siete ingannati ed io tradito.
 In che errai? Quando offesi
 la chiarezza del sangue,
 l’amor paterno e le speranze vostre?
520Ah! Che solo mi esclude
 l’altrui perfidia. E ch’io lo soffra? E voi
 lo soffrirete? Il cielo,
 protettor di ragione e d’innocenza,
 meco sarà; meco sarà virtude,
525meco ardir, meco fé.
 Chi del giusto è amator, siegua il suo re. (Parte veloce, senza che veruno si muova a seguirlo)