Il Teuzzone, Milano, Malatesta, 1706

 SCENA XII
 
 Salone imperiale con trono e sedili minori all’intorno.
 
 TEUZZONE e poi ZIDIANA
 
 TEUZZONE
 
    Alma, al pianger troppo avvezza
 a che temi di goder?
 
    Certa già di tua grandezza,
 o men credi al tuo timore
405o più senti il tuo piacer.
 
 ZIDIANA
 Principe, or ch’egli è morto
 nel tuo gran parte anche il real mio sposo,
 ove cercar poss’io
 una parte di lui che in te suo figlio?
410Misera me, se co’ suoi giorni ancora
 la tua pietà mi manca!
 TEUZZANE
 Zidiana, in te del genitor rispetto
 i più teneri amori.
 ZIDIANA
                                     (O quanto è vago!)
 TEUZZONE
 Qualunque siasi il mio destino, ognora
415ti onorerò come regina e madre.
 ZIDIANA
 No, questi de la mia
 prima grandezza i fasti nomi obblia.
 Quello di amica, quel di serva o s’altri
 darmi vorrai titoli abbietti e vili
420(non dirò già i più dolci e i più soavi)
 sul labbro tuo più mi saran graditi.
 TEUZZONE
 Non è di tua virtù lieve argomento
 scender con tanta pace
 dal trono asceso.
 ZIDIANA
                                 Ed in qual man più cara
425può passar questo scettro
 che ne la tua, mio caro prence e mio...
 (Aimè! quasi mi uscì «Dolce desio»).
 
    Se avessi più scettri
 vorrei per gradirti
430gittarli al tuo piè.
 
    Poi serva al tuo soglio
 godrei poter dirti:
 «Tu regni per me».