Il Teuzzone, Milano, Malatesta, 1706

 SCENA X
 
 ZIDIANA, SIVENIO, CINO
 
 SIVENIO
 D’arte e d’inganno ecco, regina, il tempo. (Piano a Zidiana)
 ZIDIANA
 Ma te non turbi intanto
 un geloso timor. Già sai ch’io fingo. (Piano a Sivenio)
 CINO
340(Siete in porto, o miei voti,
 se l’aureo scettro e quella mano io stringo). (Tra sé)
 ZIDIANA
 Cino, l’amor, con cui mi è gloria alfine
 ricompensar tua fede,
 io non vorrei che interpretassi a fasto.
345Ragion mi muove ad accettar la destra
 che mi ferma sul trono; e ’l ricco ammanto
 getta lampi graditi
 sugl’occhi miei, perché ’l tuo amor mel dona.
 Godrò d’esser regina
350per esser tua. Da quel poter, cui piacque
 inalzarmi agli dei,
 cader, senza tua colpa, io non potrei.
 CINO
 Per lasciar qualche gloria alla mia fede
 non convenia, regina,
355tutto mostrarmi il guiderdon de l’opra.
 Pur, poiché tua bontà col darmi il grado
 di compagno e di sposo
 m’offre una sorte, onde m’invidi il cielo,
 non ricuso cimenti.
360Vedrai di chi ’l contenda
 la vendetta, la strage e la ruina.
 O cadrò esangue o tu sarai regina.
 ZIDIANA
 O come dolce alora
 fia l’esser tua!
 SIVENIO
                             O dio! Troppo amorosa (Piano a Zidiana)
365seco favelli.
 ZIDIANA
                        È tutto inganno; il sai. (Piano a Sivenio)
 CINO
 (Miglior sorte in amor chi provò mai?)
 ZIDIANA
 Più non s’indugi. Andiamo, o prence, e svelto
 cada di mano al fier Teuzzon lo scettro.
 CINO
 Mancan pochi momenti
370a la comun nostra fortuna.
 SIVENIO
                                                  E pria (A Cino)
 lascia ch’io teco adempia
 il dover di vassallo.
 CINO
                                      Anzi d’amico,
 che de l’opra tu sei non poca parte.
 SIVENIO
 Mio re, t’inchino.
 CINO
                                   In amistà t’abbraccio.
 ZIDIANA
375(E due cori così prendo ad un laccio).
 
    Sarai mio; (A Cino) (lo dico a te). (A Sivenio)
 (E a chi parlo amor lo sa). (A parte)
 
    Tu mio sposo e tu mio re,
 servi al fasto ed a l’ amore.
380(Sol chi regna in sul mio core, (A parte)
 meco in trono ancor godrà). (Entrano nella città)