Il Teuzzone, Milano, Malatesta, 1706

 SCENA VIII
 
 TEUZZONE ch’esce dalla città, ZELINDA, ARGONTE
 
 TEUZZONE
 È possibile, o cara, o mia Zelinda,
255che nel maggior de’ miei dolori io stringa
 il maggior de’ miei beni,
 il miglior de’ miei voti?
 ZELINDA
                                              O sposo! O dolce
 di quest’alma fedele unica speme!
 O felice momento
260che dilegui il mio affanno e ’l mio spavento!
 A DUE
 
    Mi usciria per gran diletto
 fuor del sen l’alma e la vita;
 ma la sento al cor più unita
 ne lo stringerti al mio petto.
 
265   Non mi uccide il mio contento
 perché teme il tuo dolore;
 ed è prova del mio amore
 non morir di godimento.
 
 ZELINDA
 Tacito duol v’è che non lascia intero
270a la tua gioia il corso.
 Ma che? Sei lune e sei corser dal giorno
 che nel tartaro ciel restai dolente,
 priva di te, mio sol conforto; ed ora
 qui prevalse in mirarti
275ad ogn’altro pensier quel d’abbracciarti.
 TEUZZONE
 Negar nol posso. Il genitor mi tolse
 empia, immatura morte.
 Tu perdona se in volo
 qualche pianto al piacer, per darlo al duolo,
280e se divide i suoi tributi il ciglio
 tra gl’uffici di amante e quei di figlio.
 ZELINDA
 Del tuo duol degno è ’l padre.
 TEUZZONE
                                                        Or or con lieta
 festa verrà qui a la sua tomba il regno,
 per onorarne il funeral primiero.
 ZELINDA
285Io, se v’assenti, ad ogni sguardo ignota,
 ne osserverò la strana pompa e ’l rito.
 TEUZZONE
 Poi quando alzato m’abbia
 al comando sovrano
 col pubblico voler quello del padre,
290vieni, sposa, ed accresci
 del fausto dì col tuo bel volto i rai.
 Da l’illustre splendor de la corona
 prenderò qualche fregio;
 e in offrirti le porpore...
 ZELINDA
                                              Eh! Teuzzone;
295tutto, tutto il mio orgoglio
 è regnar sul tuo cor, non sul tuo soglio.
 TEUZZONE
 
    Da uno sguardo del tuo ciglio
 leggi il core attenderà.
 
    Ei mia guida, ei mio consiglio,
300mio destino ei sol sarà.
 
 ZELINDA
 
    Se regnar vuoi col mio affetto,
 regnerai col tuo piacer.
 
    Ho per brama il tuo diletto,
 ho per alma il tuo voler. (Si ritira in disparte con Argonte e tartari)