Il Teuzzone, Milano, Malatesta, 1706

 SCENA V
 
 SIVENIO, CINO
 
 SIVENIO
 Signor, te appunto io qui attendea.
 CINO
                                                                  Gran duce.
 SIVENIO
155Poss’io scoprirmi a la tua fede?
 CINO
                                                           Impegno
 nel segreto il mio onor. Parla; io t’ascolto.
 SIVENIO
 Del re l’infausta morte
 è periglio comun. Molti e molt’anni
 noi regnammo con lui. Teuzzon, suo figlio,
160anima altera e troppo
 del comando gelosa,
 ci riguardò come nemici e in noi
 a gran colpa imputò l’amor del padre.
 CINO
 È ver; ma già impotente è l’odio nostro.
165Già lo porta sul trono
 la nascita e la sorte. E a noi fia d’uopo
 sentir la piaga e rispettarne il ferro.
 SIVENIO
 Che rispetto? Che d’uopo?
 Siegui i miei voti e preveniamo i mali.
 CINO
170Ne addita il modo.
 SIVENIO
                                     alorch’è vuoto il soglio,
 sai che non basta al più vicino erede
 il titolo del sangue.
 Vuol la legge e vuol l’uso
 che lo confermi, in chiare note espresso,
175il real testamento e che deporsi
 deggia in sua mano il regio impronto. Or d’ambi
 dispor possiamo e tor con arte il regno
 a chi per noi tutto è livore e sdegno.
 CINO
 Ma come il foglio aprir? Come il reale
180carattere mentirne?
 SIVENIO
 Consenti a l’opra e ne assicuro i mezzi.
 CINO
 Difficile è l’impegno e più l’evento.
 SIVENIO
 Tal non parrà, quando saprai l’arcano.
 CINO
 Dunque il confida.
 SIVENIO
                                     È forza
185che preceda il tuo assenso.
 CINO
 O dio!
 SIVENIO
               Che temi?
 CINO
                                     Il rimorso del fallo.
 SIVENIO
 Error che giova è necessario errore.
 CINO
 Ma in chi cadranno i nostri voti?
 SIVENIO
                                                              In quella
 ch’era già del tuo amor meta e del mio.
 CINO
190Ne la regina?
 SIVENIO
                            Appunto.
 Poi farò sì che del favor eccelso
 ella il premio ti renda in farti sposo.
 CINO
 Quale assalto, o mio cor?
 SIVENIO
                                                Pensa, trionfa
 di un inutil timore
195e soddisfa egualmente
 nel tuo illustre destin l’odio e l’amore.
 
    Puoi, se ’l brami,
 leggi impor dal soglio aurato;
 e se l’ami,
200puoi baciar bocca amorosa.
 
    Non dar fede a vil timore.
 Toglie amore, niega il fato
 i suoi beni a chi non osa.