Il Teuzzone, Milano, Malatesta, 1706

 SCENA IV
 
 SIVENIO e ZIDIANA
 
 SIVENIO
 Ne’ miei lumi, o regina,
 legger ben puoi la comun sorte e ’l danno.
 ZIDIANA
95(Cominci da costui l’opra e l’inganno).
 Nel regio sposo, o duce,
 molto perdei. Pur se convien ne’ mali
 temprar la pena e raddolcire il pianto,
 sol col mio re, non mio consorte ancora,
100una fiamma si è spenta
 che illustre mi rendea ma non contenta.
 SIVENIO
 Ahimè! Che più non lice a l’amor mio
 a quel d’una regina alzar sé stesso.
 ZIDIANA
 Perdonatemi, o ceneri reali,
105e tu, bell’alma, a la tua sfera eccelsa
 non giunta ancor, tu mi perdona e ’l soffri.
 Sivenio, io so che offendo
 l’altrui memoria e la mia fama; e sento
 salirmi al volto un vivo sangue, in foco
110d’amore insieme e di vergogna acceso.
 Deh! Gran duce, ti basti
 un rossor che assai parla;
 e ’l labbro mio da un maggior fallo assolvi.
 SIVENIO
 Dunque egli è ver che del mio fermo affetto
115viva in te rimembranza?
 E che colpa non sia la mia speranza?
 ZIDIANA
 Merto ella sia, se il mio desir secondi.
 SIVENIO
 Ma come?
 ZIDIANA
                      Odi a qual prezzo io tua mi giuro.
 Serbami una corona
120che il ciel mi diede; e non soffrir, se m’ami,
 che abbietta io serva, ove regnai sovrana.
 Altri m’abbia regina;
 tu m’abbi sposa. A che tacer? Che pensi?
 Dillo amor; dillo orgoglio.
125Al mio seno anche intatto
 giugner non puoi che per la via del soglio.
 SIVENIO
 Non ascriver, s’io tacqui, il tacer mio
 a rimorso o a viltà. Facile impresa
 m’è una guerra svegliar dubbia e feroce.
130Ma agl’estremi rimedi
 tardo si accorra; e giovi
 tentar vie più sicure o men crudeli.
 ZIDIANA
 Quai fien queste?
 SIVENIO
                                    Conviene
 Cino anche trar ne le tue parti.
 ZIDIANA
                                                          Egli arde
135per me di amore.
 SIVENIO
                                   E per Teuzzon di sdegno.
 ZIDIANA
 L’odio dunque s’irriti.
 SIVENIO
 E l’amor si lusinghi, o mia regina.
 ZIDIANA
 Mal può, perché ben ama,
 gl’affetti simular l’anima mia.
 SIVENIO
140La prim’arte in chi regna il finger sia.
 ZIDIANA
 Fingasi, poiché ’l vuoi. Tu ormai con Cino
 primo l’opra disponi; offri, prometti.
 Io poco avvezza intanto
 comporrò sguardi; mentirò lusinghe;
145seguirò l’arti tue. Ma te, mio caro,
 tutta fida e amorosa,
 sposo e re abbraccerò, regina e sposa.
 
    Dirò ad altri: «Mio tesoro,
 te sol amo, per te moro»
150ma con l’alma il dirò a te.
 
    In amarti, o mio diletto,
 tradirò per troppo affetto,
 mentirò per troppa fé.