Il Teuzzone, Milano, Malatesta, 1706

 ARGOMENTO
 
    Troncone, imperadore della Cina, restò ucciso in una battaglia da lui data a’ ribelli, pochi giorni dopo ch’egli aveva sposata ma non goduta Zidiana, giovane di bassa nascita ma di vasti pensieri, amata per l’innanzi da Cino e da Sivenio, i due primi ministri della corona. Per ragione di nascita e di virtù apparteneva l’imperio a Teuzzone, figliuolo di Troncone; ma Zidiana procurò d’usurparglielo, come che poi ne fosse scacciata, rimanendo egli nel legitimo suo possesso con Zelinda, principessa tartara sua sposa.
    Su questa istoria si fonda la favola, la quale prende altresì molti fondamenti da varie leggi e riti de’ Cinesi, riferite dal padre Martini nella sua prima Deca e da altri scrittori delle cose di quest’impero.
    Primo. Non sempre passava la corona nel più prossimo erede. Bisognava che questi ne fosse confermato dal testamento dell’antecessore monarca e dalla consegna del sigillo imperiale, il primo de’ quali era affidato al governatore del regno, l’altro al supremo generale dell’armi.
    II. Ogni primo giorno di maggio si fa nella Cina la solennità della giumenta, con ornarsi la sala o ’l covile regio di fregi pastorali, e ciò in memoria della nascita del mondo da loro creduta in quel giorno pel calcio che diede una vacca ad un ovo, donde e’ dicono che quest’universo sortisse.
    III. Ognuno suol farsi in vita il sepolcro e questo a cielo aperto sotto di un qualche albero.
    IV. Lungo tempo durano le solennità de’ funerali, sì alla sepoltura, come al cadavere.
    V. Il lor colore di lutto è ’l bianco.
    VI. Amida è la suprema loro deità.
    VII. Quando nella monarchia alcuno è in pericolo di vita o pure in necessità di avanzare i suoi disegni, si finge indovino ed inspirato da qualche deità.
    VIII. Ognuno ha quante mogli li piace o quante può mantenerne.
    Tanto ho dovuto avvertire per piena intelligenza del drama.