Eumene, Venezia, Albrizzi, 1697

 SCENA XVIII
 
 LAODICEA e NESSO
 
 NESSO
425Che mai facesti?
 LAODICEA
                                  Nesso,
 or sì sono regina, or son felice.
 NESSO
 Come?
 LAODICEA
                 Gli arcani miei tu poco intendi.
 Col ritorno d’Eumene
 o con quel d’Artemisia,
430sarà mio quest’impero e mio quel volto.
 NESSO
 Ma s’Eumene non riede,
 tu sei delusa; e s’ei vi riede, è stolto.
 LAODICEA
 
    Pene illustri d’un cuor generoso,
 dolci affetti di regno e d’amor,
435siamo in porto, v’invito a goder.
 
    E se nulla vi turba il riposo,
 egli è l’uso d’un lungo timor
 che non sente o non intende
 o non crede il suo piacer.
 
 Fine dell’atto primo