Statira (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VIII
 
 ARSACE
 
 ARSACE
 Cieli! Quella costanza,
 ch’esser dovrebbe il mio conforto estremo,
 diventa mia minaccia;
1035e allor che più mi piace, io più la temo.
 
    Vorrei men generosa
 quella beltà vezzosa,
 quel core o meno forte o men fedele.
 
    Perché il soffrir che sia
1040suo duol la pena mia
 è un piacer, è un amor troppo crudele.