Statira (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744
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Copia
SCENA V
STATIRA
STATIRA
Numi, voi che scorgete
l’onesta vampa e chiara
che nutro in sen, la difendete. All’onte
sottraggo l’onor mio, non la mia vita.
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Perdo le mie grandezze
ma senza duol. Più fortunato e degno
sul cor di Arsace amor mi addita un regno.
Vi perdono, se col trono
mi levate, stelle ingrate,
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e vassalli e dignità.
Più mi alletta che soggetta
mi lasciate
del mio ben la fedeltà.