Statira (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XVI
 
 DARIO ed ORIBASIO
 
 DARIO
 Quel guardo amico, onde si fissa Oronte
 sul volto di Statira,
 Oribasio, pavento
 che un fulmine fatal sia per Barsina.
 ORIBASIO
385Vano timor. N’è giudice il Senato.
 DARIO
 Ma del Senato i voti
 la legge avran da un vincitor ch’è amante.
 ORIBASIO
 Vedrò dunque Statira
 sul trono della Persia?
 DARIO
                                           Essa n’è erede.
 ORIBASIO
390Il mio amor vi si oppone e la mia fede.
 DARIO
 Ma il dover? La ragione?
 ORIBASIO
 
    Non voglio altro dover
 che quello di piacer
 a chi m’alletta il cor.
 
395   La mia ragion più bella,
 credimi, è solo quella
 con cui favella amor.