Eumene, Venezia, Albrizzi, 1697

 SCENA XVI
 
 LAODICEA, LEONATO e NESSO
 
 LEONATO
 Abbiam vinto, o regina. Il fiero Eumene
 è in tuo poter. Pien di terror, già parmi
 che si accinga a la fuga
 il già superbo assalitor nemico.
 LAODICEA
340Dal tuo gran zelo, o prence,
 tutto attendea. Col tuo valor m’affido
 la vittoria compir. Ma fuor di rischio
 non siamo ancor.
 LEONATO
                                  Pria che tramonti il giorno,
 se vuoi, fia sciolto il duro assedio.
 LAODICEA
                                                               Intendo.
345So che far deggio. Nesso,
 guidami tosto il prigionier.
 NESSO
                                                    Men volo.
 LEONATO
 Ma che risolvi?
 LAODICEA
                               Io veggo
 il sicuro sentier. Parti e mi lascia
 qui maturar de la grand’opra il fine.
 LEONATO
350Addio; ma ti rammenta...
 LAODICEA
 So che dir vuoi. Tempo miglior destina
 a le cure d’amor.
 LEONATO
                                  Rispondi almeno
 quando l’alma godrà.
 LAODICEA
                                         Forse è vicina.
 LEONATO
 
    Vorrei crederti, o bocca bella,
355ma pavento né so di che.
 
    Lusinghiero a me favella
 il tuo labbro; e non ha fede
 in quest’alma né so perché.