Statira (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744
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Copia
SCENA XII
DARIO e i suddetti
DARIO
Cessino l’ire. Alle nostr’armi, amici,
la fortuna de’ Sciti
minaccia i fati estremi.
ORIBASIO
È vinto il campo?
DARIO
265
Né basta. Per le vie
della cittade oppressa
corron le stragi ad innondar la reggia.
ARSACE
Statira... Oh dio!...
DARIO
Già di Barsina al seno,
di Statira alla fronte
270
le porpore e il diadema usurpa Oronte.
ARSACE
Vado; sarò al mio bene,
se non per sua difesa, avversi numi,
per sua vittima almeno.
La vittoria o la morte
275
dirà s’io sono amante o s’io son forte.
Al mio braccio ed al mio brando
la mia fé dà più valor.
E se pur cadrò pugnando,
morto ancor sarò d’inciampo
280
al superbo vincitor.