Statira (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA II
 
 ORIBASIO, poi ARSACE e le suddette
 
 ORIBASIO
 Scioperato e codardo
20saria, Barsina, l’amor mio, quand’egli
 non ti recasse al maggior uopo aita.
 BARSINA
 Assicura già il cielo
 teco, invitto Oribasio, i miei trionfi.
 ARSACE
 Statira, or che si tratta
25la tua causa con l’armi, anch’io ne vengo
 teco a pugnar.
 BARSINA
                             (Cieli, a’ miei danni Arsace!)
 STATIRA
 E vincerò, che dove
 combatte Arsace, al suo valor si gloria
 ubbidir la fortuna e la vittoria.
 ARSACE
30Fuor della mischia il piè ritira, o bella.
 Da’ tuoi lumi abbastanza
 già tutte appresi del ferir le vie.
 ORIBASIO
 Tu pure esci dal campo e ugual prometto
 il coraggio all’affetto.
 STATIRA
35(Se Arsace è mio campion, regina io sono).
 BARSINA
 (Se Arsace è mio nimico, io perdo il trono).