Statira (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705
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Copia
SCENA VIII
ARSACE
ARSACE
Cieli! Quella costanza,
ch’esser dovrebbe il mio conforto estremo,
diventa mia minaccia;
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e alor che più mi piace, io più la temo.
Vorrei men generosa
quella beltà vezzosa,
quel core o meno forte o men fedele.
Perché ’l soffrir che sia
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suo duol la pena mia
è un piacer, è un amor troppo crudele.