Statira (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705
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Copia
SCENA XVI
DARIO ed ORIBASIO
DARIO
Quel guardo amico, onde si fissa Oronte
sul volto di Statira,
Oribasio, pavento
che un fulmine fatal sia per Barsina.
ORIBASIO
385
Vano timor. N’è giudice il Senato.
DARIO
Ma del Senato i voti
la legge avran da un vincitor ch’è amante.
ORIBASIO
Vedrò dunque Statira
sul trono della Persia?
DARIO
Essa n’è erede.
ORIBASIO
390
Il mio amor vi si oppone e la mia fede.
DARIO
Ma ’l dover? La ragione?
ORIBASIO
Non voglio altro dover
che quello di piacer
a chi m’alletta il cor.
395
La mia ragion più bella,
credimi, è solo quella
con cui favella amor.