Ambleto (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA ULTIMA
 
 AMBLETO con seguito e poi SIFFRIDO e i suddetti
 
 AMBLETO
 Non profanare il cielo
 con le tue voci, o scellerato.
 FENGONE
                                                   Ambleto...
 AMBLETO
 Aggiungi, e tuo monarca e tuo tormento.
 FENGONE
 Pietà.
 AMBLETO
              Me la insegnasti?
 FENGONE
1520È ver...
 AMBLETO
                 Taci, che un empio
 suol confessare i falli,
 disperato bensì ma non pentito.
 Morrai; ma pria rimira
 su la mia fronte il tuo diadema. Leggi
1525in questo dolce amplesso
 delle lascivie tue l’onta e l’orrore.
 VEREMONDA
 Così è felice, allorch’è giusto, amore.
 FENGONE
 Né mi uccide il dolor pria che l’acciaro?
 GERILDA
 Da te, crudel, la crudeltade imparo.
 AMBLETO
1530Or traggasi, miei fidi,
 l’iniquo all’ombre, a’ ceppi e là più lenta,
 senza morir, la morte ei soffra e senta.
 SIFFRIDO
 Signor, mi si conceda
 ch’io il custodisca. Vieni.
1535Tu lacci, tu prigion soffrir non dei. (Si parte)
 FENGONE
 Son anche in mia difesa amici e dei. (Si parte)
 VEREMONDA
 Ed ancor spera l’empio?
 GERILDA
 E della sua speranza è reo Siffrido.
 VALDEMARO
 Seguasi tosto.
 AMBLETO
                            Andiamo; e si divida
1540fra il traditore e fra il crudel la morte.
 SIFFRIDO
 Questo acciaro, che forte (Torna con spada nuda)
 fe’ la vostra vendetta e più la mia,
 a voi dirà se traditore io sia.
 AMBLETO
 Come!
 SIFFRIDO
                Dovea cader l’iniquo mostro
1545ma per me solo. Oggi ’l tentai, ma invano,
 con ferro, con rovina e con veleno.
 Qui ’l tolsi a’ vostri colpi;
 ma il tolsi, eccone il sangue,
 per gloria del mio braccio.
 AMBLETO
1550Traditor generoso, al sen ti abbraccio.
 VEREMONDA
 (Alma, non più spaventi).
 AMBLETO
                                                  Io, Veremonda,
 sposo e re godo teco; e Valdemaro
 sposo pur goda ad Ildegarde in seno.
 VALDEMARO
 Ambleto è re. Di Veremonda è sposo.
 ILDEGARDE
1555Intendo. Or sia il suo cenno il tuo riposo.
 AMBLETO
 Tu regnerai pur meco, o genitrice.
 GERILDA
 Nel tuo, nel comun bene io son felice.
 VEREMONDA
 
    Torna già quel seren
 che quest’alma cercò.
 
 AMBLETO
 
1560   Gioirò nel piacer
 che più pena non ha.
 
 GERILDA
 
    L’empietà del crudel
 più temere non so.
 
 SIFFRIDO
 
    Pur godrò col pensier
1565della mia fedeltà.
 
 VALDEMARO
 
    La beltà stringo al sen
 che già il sen m’infiammò.
 
 ILDEGARDE
 
    Io vivrò nel tuo cor
 che mio core si fa.
 
 Il fine dell’«Ambleto»