Ambleto (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XV
 
 GERILDA e AMBLETO
 
 GERILDA
 Il vidi, il vidi pur. Passa con l’empio
 Veremonda al mio letto. E il soffro? E il soffri
 nella madre oltraggiato e nell’amante?
 AMBLETO
 Vada pure a’ piaceri il fier regnante.
 GERILDA
1440Ah, vile!
 AMBLETO
                   Orsù, ti accheta.
 Qui principiò la mia vendetta, o madre.
 GERILDA
 Come!
 AMBLETO
                Nel fatal vetro
 il tiranno bevé...
 GERILDA
                                 La morte forse?
 AMBLETO
 No, che una morte al perfido si deve
1445che abbia tutto il dolore e tutto il senso.
 Bevé in succhi possenti
 un invincibil sonno. Alto letargo
 lo premerà, prima ch’ei goda; e dove
 sognava amplessi, incontrerà ritorte,
1450che là di Valdemaro
 stan gli armati in agguato.
 GERILDA
 Ma ti sovvenga poi ch’io son consorte.
 AMBLETO
 Tal sii ma di Orvendillo.
 Ad un nome sì sacro
1455già Fengon rinunziò. Nel comun rischio
 sii più madre che moglie. In trono assiso
 piacciati ’l figlio. Piacciati punito
 il fellon parricida; e il tuo si aggiunga
 al pubblico desio.
 GERILDA
                                   Sì, vivi e regna.
1460Giusto è il furore e la vendetta è degna.
 AMBLETO
 
    Sul mio crine amore e sdegno
 mi preparo a coronar.
 
    Negli amplessi del mio bene
 e col sangue dell’indegno
1465vo’ godere e vo’ regnar.