Ambleto (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XIV
 
 AMBLETO da Bacco e i suddetti
 
 AMBLETO
 Oh che fiamme! Oh che foco! Un venticello
1345de’ più freschi e soavi
 qui tosto venga. Io già lo prendo e tutto
 lo spargo a voi d’intorno.
 VEREMONDA
 (Oh mia cara speranza!)
 AMBLETO
 Sediam; ma dimmi, adesso è notte o giorno?
 FENGONE
1350Non vedi arder le stelle?
 AMBLETO
 Ah, sì, le veggio. Oh son pur chiare e belle!
 Ma non son stelle, no.
 GERILDA
                                          Che dunque sono?
 AMBLETO
 Infocati sospiri
 che già son giunti ove hanno i numi ’l trono.
 VEREMONDA
1355(Io ne intendo il mistero).
 AMBLETO
 Orsù, questo è il momento
 che anch’io trionferò. Bacco vedete
 che renderà soggette al carro eccelso
 le tigri più crudeli.
 FENGONE
                                     (Attento osservo).
 AMBLETO
1360Su, lodate col canto i miei trionfi;
 e propizie e sincere
 risponderan con l’armonia le sfere.
 CORO
 
    Qui di Bacco nella reggia
 si festeggia il dio di amore.
 
 AMBLETO
1365No no. Questa non è
 canzon degna di me. Udite, udite.
 
    Qui di Astrea vicino al soglio
 sorgerà lieto l’onore;
 
    e sarà temuto scoglio
1370per l’orgoglio il mio valore.
 
 CORO
 
    Qui di Bacco nella reggia
 si festeggia il dio di amore.
 
 AMBLETO
 Festeggi dunque Amore. Io delle selve
 nume e custode un tempo, a voi ne trassi
1375alcun de’ miei seguaci. Eccoli. Amico,
 alla danza, alla danza. (Segue il ballo)
 FENGONE
 Col pregiato liquor bramo, Siffrido,
 del genio mio felicitar la sorte.
 SIFFRIDO
 (E tu berrai la morte). (Si parte)
 VEREMONDA
1380Sia pur felice il tuo primiero affetto.
 FENGONE
 Son giudice a costei, non più suo amante.
 GERILDA
 (Cangiamento tiranno!)
 AMBLETO
 Chi credi più assetato, (A Siffrido che torna; e gli leva la coppa dalle mani)
 Tantalo o Radamanto? Io berrò pria.
 SIFFRIDO
1385(Sorte nimica!) Usurpi
 al re, sì temerario, i primi sorsi?
 AMBLETO
 Hai ragione, hai ragione.
 Alla salute mia beva Giunone. (Presenta la coppa a Gerilda)
 FENGONE
 Lascia, o Siffrido, in libertade il folle.
 VEREMONDA
1390(Io temo e spero).
 AMBLETO
                                    Bevi (A Gerilda)
 e rallegrati ’l cor. Tosto ritorno. (Si parte)
 SIFFRIDO
 (In periglio Gerilda! Ahi, che far deggio?)
 GERILDA
 Non festeggia di un empio
 Gerilda i tradimenti;
1395e sì vil non son io, benché negletta. (Getta la coppa)
 SIFFRIDO
 (Si perdé nel velen la mia vendetta). (Si parte)
 AMBLETO
 (M’arrida il ciel). Con tanto foco intorno (Tornando con coppa in mano)
 ha una gran sete il sol. Prendi. Ristora
 le tue labbra vezzose.
1400Sì, prendi. (A lui lo porgi e solo ei beva). (A Veremonda)
 VEREMONDA
 A te, signor, si dee... (La porge a Fengone)
 FENGONE
                                         Sì, Veremonda,
 sia lieto il viver nostro;
 ed a’ voti del cor risponda amore. (Beve)
 VEREMONDA
 (Risponda pur lo sdegno).
 GERILDA
1405(Più soffrir non poss’io). Vedi, a’ tuoi giorni... (A Fengone)
 (Ma taci, incauto zelo. Ambleto è figlio).
 AMBLETO
 Godeste i freschi fiati
 de’ zeffiretti amici. Or non più indugi;
 gite al riposo, sì. Gite al riposo.
 FENGONE
1410(Cor, che non è geloso, al certo è stolto).
 Porgi, o bella, la destra.
 VEREMONDA
 La destra? (Oh dio!)
 AMBLETO
                                        La destra, sì; che tardi?
 Vorrai che vada solo Amor ch’è cieco?
 Tosto potria cader. Non più. Va’ seco.
 FENGONE
1415(Non vuole altro cimento una pazzia
 che cede un sì gran ben). Cor mio, che pensi?
 Alle piume mi chiama il grave sonno.
 VEREMONDA
 (Vicina ho la vergogna ed il periglio). (Verso Ambleto)
 AMBLETO
 Va’. Non temer. Mostra più lieto il ciglio.
 FENGONE
 
1420   Sì sì, consolami
 né più tardar;
 e affretta il giubilo
 del mio piacer.
 
    Sul trono amabile
1425vieni a regnar;
 nel regio talamo
 vieni a goder.
 
 VEREMONDA
 
    Verrò; già l’anima
 desia di amar;
1430e amor sollecita
 il mio dover.
 
    (Parto; ma timida
 non so sperar;
 parto; ma nobile
1435non vo’ temer).