Ambleto (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VIII
 
 FENGONE con guardie e i suddetti
 
 FENGONE
 Fra queste braccia ed all’onor di questi
215spettacoli di gioia
 vieni, illustre campione, invitto duce.
 Vincesti; eguale al merto
 premio si dee. Tua sia la Falstria. È degno
 che stringa scettro il difensor di un regno.
 VALDEMARO
220Si è vinto, o gran monarca,
 con l’armi tue, con la tua gloria. Pure
 se qualche prezzo all’opra
 vuoi conceder, signore, ecco i miei voti.
 Suddita alle tue leggi
225Falstria rimanga. In dono od in mercede
 sol si dia Veremonda alla mia fede.
 FENGONE
 Duce...
 VEREMONDA
                No. A Veremonda,
 benché vinta e cattiva,
 si lasci in libertà ch’ella risponda.
230La ragion, che ti diero armi e fortuna
 su la mia vita, è tuo trofeo. Di questa,
 Valdemaro, disponi. Io son tua spoglia.
 Ma che ingiusto tu voglia
 stendere ancor sopra gli affetti miei
235l’autorità della vittoria e il frutto,
 soffri ch’io il dica, è tropp’orgoglio, o duce.
 Libera ho l’alma e in lei
 le tue conquiste alcun poter non hanno.
 Tu sei mio vincitor, se vuoi mia vita;
240ma se pensi al mio cor, sei mio tiranno.
 E tu, signor che in fortunato impero
 reggi la Dania ed hai propizio il fato,
 non ti abusar del suo favor. Sostieni
 contro un superbo amor la mia costanza;
245né soffrir che trionfi
 su le perdite mie l’altrui baldanza.
 FENGONE
 In me, vergine eccelsa,
 non troverai, qual pensi, un re nimico.
 Rasserena il bel volto e tutto attendi
250da un re che ti assicura (e che ti adora).
 VALDEMARO
 (Delusi affetti, e non morite ancora?)
 FENGONE
 Se alle tue brame, o duce,
 Veremonda si oppone, il re ne assolvi;
 pur non andrai senza mercé. Qui tosto
255venga Ildegarde. Intanto
 meco ti assidi. (A Veremonda)
 VEREMONDA
                               Oh ciel! Deh, col mio duolo
 del trionfo il piacer non si funesti.
 FENGONE
 Tutto a te si conceda.
 VEREMONDA
 
    Nella mia
260sfortunata prigionia,
 sospirando ti dimando
 questa sola libertà.
 
    Quando un’alma non è in calma,
 piange solo
265le ragioni del suo duolo
 e piangendo amar non sa.