Ambleto (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705

 SCENA XV
 
 GERILDA e AMBLETO
 
 GERILDA
 Il vidi, il vidi pur. Passa con l’empio
 Veremonda al mio letto. E ’l soffro? E ’l soffri
 ne la madre oltraggiato e ne l’amante?
 AMBLETO
1440Vada pure ai piaceri il fier regnante.
 GERILDA
 Ah! Vile.
 AMBLETO
                    Orsù, ti accheta.
 Qui principiò la mia vendetta, o madre.
 GERILDA
 Come?
 AMBLETO
                 Nel fatal vetro
 il tiranno bevé...
 GERILDA
                                 La morte forse?
 AMBLETO
1445No, che una morte al perfido si deve
 che abbia tutto il dolore e tutto il senso.
 Bevé in succhi possenti
 un invincibil sonno. Alto letargo
 lo premerà, prima ch’ei goda; e dove
1450sognava amplessi, incontrerà ritorte,
 che là di Valdemaro
 stan gli armati in agguato.
 GERILDA
 Ma ti sovvenga poi ch’io son consorte.
 AMBLETO
 Tal sii ma di Orvendillo.
1455Ad un nome sì sacro
 già Fengon rinunciò. Nel comun rischio
 sii più madre che moglie. In trono assiso
 piacciati il figlio. Piacciati punito
 il fellon parricida; e ’l tuo si aggiunga
1460al pubblico desio.
 GERILDA
                                   Sì, vivi e regna.
 Giusto è ’l furore e la vendetta è degna.
 AMBLETO
 
    Sul mio crine amore e sdegno
 mi preparo a coronar.
 
    Negli amplessi del mio bene
1465e col sangue de l’indegno
 vo’ godere e vo’ regnar.