Ambleto (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705

 SCENA XIII
 
 VALDEMARO e VEREMONDA con seguito
 
 VEREMONDA
 Qual, duce, è ’l tuo pensier? Dove mi guidi?
 Già comincio a temer qualche tua colpa.
 VALDEMARO
 Altra colpa non ho che l’amor mio.
 VEREMONDA
840Fuor de le mura e cinta
 da’ tuoi soldati? Intendo. Valdemaro,
 il tuo credei soccorso ed è rapina.
 VALDEMARO
 Anche questa rapina è tuo soccorso.
 VEREMONDA
 Ambo ci guida al disonore un ratto.
 VALDEMARO
845Questa è la via che sola
 ti salva da un tiranno.
 VEREMONDA
 Espormi a un mal peggior, quest’è salvarmi?
 VALDEMARO
 Con fronte più serena
 riedi a la libertà, riedi al tuo soglio.
850Quel che lasci è prigion. Quel dove vieni
 è campo amico. Io duce,
 lo moverò, riparator dei mali,
 le tue provincie a liberar dal giogo.
 VEREMONDA
 (Che resti Ambleto? E ch’io
855siegua altro amante? Esser non può, cor mio).
 Valdemaro, vo’ farti
 questa giustizia. In te stimar che un ratto
 sia pietà, non amor, virtù, non senso.
 Ma basta ad offuscar limpido onore
860un sospetto d’error, non che un errore.
 VALDEMARO
 E quest’onor, se resti, è in più periglio.
 VEREMONDA
 Sii tu meco in difesa e nol pavento.
 VALDEMARO
 Che far posso, se resto?
 VEREMONDA
                                             Hai forze, hai core
 per ripormi sul trono; e non l’avrai
865per cacciarne un fellon?
 VALDEMARO
                                              Ne la sua reggia
 troppo è forte il tiranno; e ’l popol vile,
 avvezzo a tollerar, l’odia ma ’l teme.
 Combatterlo da lungi è più sicuro.
 VEREMONDA
 Va’ dunque. Anch’io da lungi
870applaudirò de’ tuoi trionfi al grido.
 VALDEMARO
 Nulla temer da un generoso amore.
 VEREMONDA
 Meno amor ti richiedo e più virtute.
 VALDEMARO
 Perder qui tempo è un trascurar salute.
 VEREMONDA
 Ah! Vile. Anche la forza? È questo, è questo
875il generoso amor, di cui ti vanti?
 VALDEMARO
 Resisti invan.
 VEREMONDA
                            Crudele,
 vuoi pianti e prieghi? Eccoti prieghi e pianti.
 
    Tu miri le mie lagrime
 e non le sente il cor? Crudel! Così?
 
880   In te dov’è la fé?
 Che fa la tua pietà? Rispondi. Di’.
 
 VALDEMARO
 Quasi, ah! quasi mi vinse un sì bel pianto.
 Ma ’l lasciarmi sedur saria fierezza.
 Vieni.
 VEREMONDA
               Verrò, spietato;
885ma non speri ’l tuo amor che odio e disprezzo.
 VALDEMARO
 Di salvarti or desio, non di piacerti.
 VEREMONDA
 Usa il poter. Mi giova
 che ogni mio passo un tuo delitto sia.
 VALDEMARO
 Salute e amore ogni riguardo obblia.
 VEREMONDA
890Valor troppo indiscreto!
 Stelle, destin, chi mi soccorre?