Antioco (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA III
 
 ANTIOCO
 
 ANTIOCO
 E mi lasci così? La mia innocenza
535sfida tutto il rigor del trono irato?
 Per non esser rival dunque son reo?
 Un atto di virtù colpa si crede?
 Perfidia il zelo e fellonia la fede?
 
    Stelle spietate e barbare,
540il vostro sdegno opprimermi
 con più rigor non può.
 
    Era per voi già misero;
 or misero colpevole
 anche per voi sarò.
 
545Se il merito è delitto,
 assolvetemi, o numi. Io nella reggia
 di Stratonica il core
 profanerò con gli miei voti. Al padre
 empio l’usurperò. Saranno audaci
550ma giuste... Oh ciel! Che parlo? Antioco, taci.
 Frena il folle consiglio.
 Può Seleuco negar d’esserti padre;
 ma tu negar non dei d’essergli figlio. (Resta pensoso)