Antioco (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VIII
 
 SELEUCO e STRATONICA
 
 SELEUCO
 Sposa, è pur questo il dì che nel mio soglio
175farsi vedrò la maestà più bella,
 nel talamo vedrò più lieto amore.
 STRATONICA
 Demetrio è genitore;
 umil ne inchino i cenni e la mia sorte
 (sorte crudel!) senza contrasto attendo.
 SELEUCO
180Ma che pro? Le mie gioie
 turba d’Antioco il duolo.
 STRATONICA
 Qual duol, signore? Ei pur d’Argene in seno
 trarrà felici i giorni. (Ahi tradimento!)
 SELEUCO
 Questa felicità fa il suo tormento.
 STRATONICA
185(Purtroppo il so). L’amore impaziente
 mal sopporta gl’indugi.
 SELEUCO
 Ma chi cerca gl’indugi amor non sente.
 Questo sì dolce figlio or or pregommi
 ad ammorzar del suo imeneo la face
190o allontanarla almeno.
 STRATONICA
 (Palpita il cor nel seno).
 SELEUCO
                                              Ei per mio cenno
 qui giungerà a momenti. Usa con esso
 l’autorità, il consiglio.
 STRATONICA
 (Che mai dirò?) Seleuco, amor non vola
195per legge altrui ma spiega
 liberi e sciolti a suo talento i vanni.
 SELEUCO
 Talor... Ma giunge Antioco e non mi osserva.
 Fallo di Argene amante. Io qui mi celo.
 STRATONICA
 (Di Argene amante? E ch’io lo faccia? Oh cielo!)