Antioco (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705

 SCENA X
 
 STRATONICA, ANTIOCO
 
 ANTIOCO
 Regina, ecco i miei mali
705risarciti con gloria;
 vivrò, poiché pietosa ami che io viva;
 ma quale, o dio, vivrò? Che io deggia al padre...
 STRATONICA
 Chieder perdon de la tua colpa.
 ANTIOCO
                                                           E colpa
 sarà l’amarti? Io finger pentimento
710di un amor che è mio fregio?
 Potrà egli udirmi? Io sofferirlo? Io farlo?
 STRATONICA
 Ei sa il tuo error, forse lo scusa e vuole
 che il chiederne perdon basti a ottenerlo.
 ANTIOCO
 Riflettesti, o regina,
715a qual delitto il tuo voler m’astringe
 e che il peggior de’ mali è l’ubbidirti.
 STRATONICA
 Antioco, o del mio core
 parte più cara, unica speme, Antioco,
 temei per te. Nel tuo periglio io vidi
720quanto ha di fiero e di crudel la morte.
 Poiché basta a salvarti il pentimento,
 vanne, lascia d’amarmi; io mi contento.
 ANTIOCO
 Lasciar d’amarti?
 STRATONICA
                                   E se convenga ancora,
 principia ad odiarmi.
 ANTIOCO
725Hai tanto cor?
 STRATONICA
                             Un cor, sì, un cor che pena
 rinunziando al tuo amore.
 ANTIOCO
                                                  E mi consigli
 a perder, a tradir quella che ottenni
 dal tuo labbro vezzoso
 soave libertà di sempre amarti?
 STRATONICA
730La mia virtù l’impone e la tua vita.
 ANTIOCO
 Virtù troppo severa!
 Vita troppo pregiata!
 STRATONICA
 Credi che senza pena io non ti priego.
 ANTIOCO
 E se n’hai pena, adunque mi ami.
 STRATONICA
                                                                È questo
735d’una face che muor lo sforzo estremo.
 ANTIOCO
 Chi dee, chi può ammorzarla in questo petto?
 STRATONICA
 Il dovere, il rispetto.
 ANTIOCO
 Io non ho forza. Al padre
 potrò ben detestar l’amor passato;
740ma per quel che succeda,
 ogni voto ch’io faccia è mal sicuro.
 Io dunque, oltre il rossore
 di scoprirmi rival, sarò spergiuro?
 STRATONICA
 Orsù, fa’ core, Antioco. Ascolta. Ascolta
745l’ultimo fallo mio che ti confesso.
 M’è grato, sì, m’è caro
 più de la tua innocenza il tuo delitto;
 ma pur ti vo’ innocente.
 Ama in me l’onor mio, non il tuo amore.
750Perdilo, s’ei ti perde.
 Sin la dolce memoria
 ne allontana da te. Val la tua vita
 la mia felicità, val la tua gloria.
 
    Si consacri a la tua vita
755il tuo affetto e ’l mio goder.
 
    Se il tuo rischio è mia mercede,
 mi spaventa la tua fede,
 mi tormenta il mio piacer.