Antioco (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1705

 SCENA XI
 
 STRATONICA, ANTIOCO
 
 ANTIOCO
245(Mio cor, convien morir).
 STRATONICA
                                                 (Non ho più spene).
 ANTIOCO
 Con Seleuco gioir?
 STRATONICA
                                     La man d’Argene?
 ANTIOCO
 Tu consigliasti, e con che forza, o cruda.
 STRATONICA
 Sì faconda son io? Così eloquente?
 ANTIOCO
 Parlasti qual regina.
 STRATONICA
250T’intendo. Tu infedel mi porti al soglio.
 ANTIOCO
 Non aggiugner più duolo a le mie pene.
 Io infedel?
 STRATONICA
                       Lo dirà la man di Argene.
 Parto, perché soffrir te più non deggio.
 Sento che più mi vince ogni dimora.
255Il mio sdegno è a l’estremo. Ingrato, io parto.
 Deh! Come t’odio anch’io, tu m’odia ancora.
 
    Odiami col mio sdegno;
 e ’l tuo, come il mio petto,
 arda di crudeltà.
 
260   Così crudel ti voglio;
 e più d’ogni altro affetto
 del tuo furor l’orgoglio
 così mi piacerà.