Artaserse (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XI
 
 SPIRIDATE e i suddetti
 
 SPIRIDATE
 (Ove mi guidi, amor?) Padre.
 ARTASERSE
                                                         Nel seno
 della nostra nimica
 s’è il mio sospetto e l’amor tuo purgato?
 SPIRIDATE
 Giusto, signor, ti voglio e non spietato.
 ARTASERSE
1275Come?
 SPIRIDATE
                 Aspasia anche vive.
 ARTASERSE
                                                       Anima vile,
 dunque colei più che il tuo padre amasti.
 SPIRIDATE
 Più la tua gloria amai che la mia vita.
 ARTASERSE
 Ti comincio a punir. Morrà l’iniqua.
 SPIRIDATE
 
    Mora, sì, ma sol chi errò;
1280e se il cerchi, io quello sono.
 
    Io sol reo per troppo amore,
 più non merto, o genitore,
 né ti chiedo il mio perdono.
 
 LIDO
 Oimè, dove precipiti? (A Spiridate)
 ARTASERSE
                                            Che sento!
 SPIRIDATE
1285Non errò Idaspe. Io solo...
 ARTASERSE
                                                 E solo, infame,
 la pena soffrirai del doppio eccesso.
 LIDO
 Tu fosti del tuo mal fabbro a te stesso. (A Spiridate)