Artaserse (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA V
 
 ASPASIA, BERENICE e i suddetti
 
 ASPASIA
1160E vivi io vi riveggo e sciolti, o prenci?
 Oh fortunato amor che qui mi trasse!
 SPIRIDATE
 Cieli, cieli, che ascolto!
 IDASPE
 Aspasia ascolti e amante.
 ASPASIA
 Stupite? Eccovi Aspasia
1165ma non più quella cruda aspra nimica.
 No no, più non mi adiro;
 anch’io peno, anch’io bramo, anch’io sospiro.
 SPIRIDATE
 Oh bel cambio di affetti!
 IDASPE
 Ah, se il felice io sono...
 ASPASIA
1170Teco ragiono; e il nodo, ond’io ti stringo,
 sia catena d’amor che passi all’alma.
 SPIRIDATE
 (Tanto ad Idaspe? Oh pena!)
 IDASPE
 Bella, sei pur amante? E sei pur mia?
 ASPASIA
 Tua, qual già mi bramasti.
 SPIRIDATE
                                                   (Oh gelosia!)
 BERENICE
1175(Sospirasse per me quel core almeno).
 IDASPE
 Perdona e soffri. Essa così decide. (A Spiridate)
 SPIRIDATE
 (E mi piace e mi uccide).
 BERENICE
 Tu che in amor felice... (Ad Aspasia)
 ASPASIA
 T’intendo. Eccoti, o prence, (A Spiridate)
1180Berenice che t’ama.
 Mira che timidetta ancor non osa.
 Ah, ben è tempo omai che da quel ciglio
 il pianto si dilegui.
 Amica, io principiai, tu ardisci e segui.
 SPIRIDATE
1185Dell’innocenza mia gran prova è questa,
 perder senza dolor colei che adoro.
 Ma tu, bella, tu m’ami?
 BERENICE
 Non ascondo il mio foco.
 Per dir un grande amor dissi pur poco.
 IDASPE
1190E che giova, mio ben?
 SPIRIDATE
                                           Bella, che giova?
 Questa che abbiam di libertade è un’ombra.
 Ma per compir delle tue gioie il corso, (A Idaspe)
 non conosce perigli il zelo mio.
 Un atto di virtù talvolta è cieco.
1195Idaspe, io parto.
 BERENICE
                                 E Berenice è teco.
 SPIRIDATE
 
    Va pensando un gran pensiero
 la costanza del mio onor.
 
    E lavora il bel mistero
 sul disegno del valor.
 
 BERENICE
 
1200   Va volando alla sua sfera
 la speranza del mio amor.
 
    Più che sorge, allor più spera;
 più che spera, ha più vigor.